Denis Diderot solidarietà
Il grande filosofo illuminista Denis Diderot non conosceva certo l’infernale e diabolica macchina degli scandali che inquinano l’universo della solidarietà, della beneficenza e dalla lotta agli sprechi. Ma aveva capito tutto su un punto: anche quando si dice di fare del bene, si può fare tanto male. E colpire anche le persone davvero generose e appassionate, che spendono la loro vita al servizio delle cause degli altri. Gli ultimi, i più deboli.
Scandalo Oxfam
Uno scandalo-tipo di questo genere è stato quello che ha riguardato la Oxfam, potentissima ong anglosassone, molto ben finanziata sia dal governo inglese sia dalle donazioni dei privati, presente in diversi paesi del mondo, compresa l’Italia. I signori della Oxfam che stavano in missione ad Haiti, colpita dalla povertà e da una catena di disastri naturali, pensavano bene, con i soldi della generosità, di fare festini, seviziare le donne del luogo, e specializzarsi in abusi sessuali. Un gigantesco spreco, e una vergogna, venuta fuori solo grazie al buon giornalismo d’inchiesta dei quotidiani The Times e Guardian. Tra le sue battaglie Oxfam comprende anche quella sullo spreco del cibo, ma a questo punto dovrebbe iniziare a fare una seria pulizia al suo interno, dove gli sprechi si addensano a vario livello, come è dimostrato anche dall’inchiesta di Haiti.
Ovviamente, guai a fare di ogni erba un fascio. Si rischia così di distruggere un mondo, quello delle ong e del volontariato in generale, senza il quale l’onda lunga della povertà sarebbe ancora più violenta. Queste associazioni spesso fanno una vera supplenza rispetto ai vuoti dei governi e delle istituzioni sovranazionali.
Scandali beneficienza
Ma non si può neanche nascondere la testa nella sabbia, e come ci ricorda Diderot per fare il bene, bisogna farlo bene. Innanzitutto con trasparenza ed efficienza. Le occasioni malandrine non mancano: pensate che in Italia le varie associazioni e organizzazioni del volontariato maneggiano 350 milioni di euro l’anno. Sono tanti soldi, che si rischia talvolta di sprecare. E un primo modo per capire la serietà di un’organizzazione è quello di conoscere quali sono le sue spese. Se la struttura è elefantiaca, se c’è puzza di clientele e di burocrazia, allora vuol dire che qualcosa non va in questa macchina del bene. Una macchina che sta facendo del male.
Poi ci sono i furfanti autentici, che trovano terreno fertile nell’industria del bene. Ci sono, in giro per l’Italia, decine di inchieste che riguardano gli imbrogli nel campo delle donazioni degli abiti usati. Per non parlare di cene, eventi, e appuntamenti sotto l’insegna della beneficenza, che in realtà altro non sono che parate di gente a caccia di popolarità e di soldi: Roma è la capitale anche di questa industria della bontà taroccata.
Che fare? Non scoraggiarsi, non mollare la presa dell’attenzione, non fare passi indietro sulle donazioni solo perché c’è l’ennesima mela marcia colpita. E seguire la bussola che ci ha lasciato Didedort: chi fa del bene lo deve fare bene.
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