Sos dallo zoo di Napoli: niente soldi per il cibo degli animali. Possibile che nessuno lo salvi?

Sono giorni decisivi per lo zoo di Napoli, che rischia di chiudere definitivamente i battenti. Il cibo per gli animali (fieno, frutta e derrate alimentari) è agli sgoccioli e non si sono più soldi in cassa per procedere con gli acquisti e le forniture. D’altra parte lo zoo napoletano è da un anno e sei […]

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Sono giorni decisivi per lo zoo di Napoli, che rischia di chiudere definitivamente i battenti. Il cibo per gli animali (fieno, frutta e derrate alimentari) è agli sgoccioli e non si sono più soldi in cassa per procedere con gli acquisti e le forniture. D’altra parte lo zoo napoletano è da un anno e sei mesi in amministrazione controllata, dopo che la società di gestione è fallita, e mentre il comune non è riuscito a mettere in campo alcuna soluzione concreta, il tribunale è pronto a chiudere la pratica decretando il fallimento della struttura. Evidentemente non è bastata neppure l’iniziativa – che vi abbiamo raccontato qualche mese fa qui su Non Sprecare – della raccolta fondi attraverso le “adozioni virtuali” degli animali.

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Possibile mai che nessuno abbia voglia e sia in grado di farsi avanti per salvare lo zoo di Napoli? Lo faranno morire, con i suoi animali e i suoi 70 dipendenti, così, in silenzio? Eppure lo zoo, da sempre, è un presidio di civiltà, di educazione e di formazione: un’istituzione culturale prima che un luogo per il ricovero degli animai. Un luogo dove i bambini imparano il contatto e il rispetto della natura, e dove scoprono le meraviglie della diversità delle varie specie. E un luogo che svolge anche un’altra fondamentale funzione: la conservazione delle specie a rischio. Salvare lo zoo di Napoli è un dovere civico, politico e morale: speriamo che qualcuno non lo dimentichi.

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