Imballaggi alimentari: scoperte 3600 sostanze chimiche che arrivano nel corpo dell’uomo

La fonte principale sono le vaschette di plastica. Preoccupano ftalati, bisfenolo A, metalli pesanti e PFAS

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Gli imballaggi alimentari sono una fonte inesauribile di sostanze nocive. Uno studio condotto da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati svizzeri della Food Packaging Forum Foundation di Zurigo ha individuato la presenza di 3.601 sostanze chimiche a contatto con gli alimenti. Si tratta prevalentemente di composti pericolosi per la salute, che si trovano negli imballaggi alimentari (specie quelli a base di plastica), utensili per cucinare e macchinari per la lavorazione di cibi. I dati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology, e tra le sostanze che più preoccupano ci sono ftalati, bisfenolo A, metalli pesanti ePFAS, le cui tracce sono state riscontrate nel sangue e nelle urine.

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Se dati come questi venissero confermati, sarà necessario rivedere le norme sugli imballaggi alimentari per renderli più sicuri. E in ogni caso la scelta finale, già oggi, spetta al consumatore, che può evitare acquisti inutili e costosi, con i relativi sprechi anche di soldi, di frutta imballata o insalata in busta. Solo per fare degli esempi. 

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