Alto rappresentante dell’Europa: molti sprechi e potere zero

Tre milioni di euro per piatti di porcellana, bicchieri di cristallo e posate d’argento. 3.400 dipendenti e 140 sedi in tutto il mondo, anche alle isole Seychelles. Ma può costare tanto una bella statuina della politica estera europea?

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SPESE FOLLI UNIONE EUROPEA –

Il mondo trema e l’Europa non ha una politica estera comune: questa, purtroppo, non è una novità. Siamo impotenti e divisi di fronte alla valanga dell’immigrazione, non sappiamo che cosa fare in Libia (dove la Francia ha firmato l’assassinio di Gheddafi senza avere una soluzione alternativa), irrilevanti in Medio Oriente, assenti nella guerra dell’Isis, severi (in teoria) con la Russia per il dossier Ucraina mentre la Gran Bretagna continua a fare affari con Putin. La somma della politica estera europea, oggi guidata dall’italiana Federica Mogherini, è pari a zero.

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SPRECO DENARO PUBBLICO UE –

In questo quadro di silenzio tombale il quotidiano britannico Daily Telegraph, da sempre schierato sul fronte antieuropeista, ha tirato fuori lo scandalo, dello «stile imperiale» del Servizio europeo per l’Azione estera, guidato dall’Alto rappresentante per la politica estera Ue. Al tavolo non ci siamo, ma sappiamo servire. Con eleganza e raffinatezza, dalle porcellane ai cristalli passando alle posate rigorosamente in argento. Il tutto per un conto di 3 milioni di euro (350mila euro solo per i bicchieri di cristallo), dieci volte la spesa di rappresentanza della Casa Bianca.

FEDERICA MOGHERINI –

Non contiamo nulla in termini geopolitici, ma in compenso l’Alto rappresentante ha un organico si 3.400 persone e un budget di spesa di quasi 800 milioni di euro. Per fare che cosa? Incontri, riunioni, conferenze. Cioè nulla. Né si capisce a che cosa possano servire 140 sedi sparse nel mondo, comprese le Seychelles, paradiso balneare per l’alta burocrazia europea, l’Australia, il Canada e il Kazakistan. Soldi sprecati.

La Mogherini è una diligente signora, anche lei elegante e fotogenica, che però avrebbe fatto meglio a restare a Roma a fare il ministro degli Esteri, piuttosto che la statuina a Bruxelles. Qui si è vista in campo, in prima fila, solo in occasione del negoziato finale con l’Iran a Vienna: peccato però che la vera titolare del dossier, per parte europea, è stata la tedesca Helga Schimid, fedelissima della signora Merkel, che certo non si è sognata di delegare la trattativa con il governo di Teheran alla signora Mogherini.

SPRECO DI DENARO POLITICA ESTERA –

L’Alto rappresentante, che sulla crisi greca non ha letteralmente toccato palla,  ha smentito il Daily Telegraph dicendo che i 3 milioni di euro sono «il tetto massimo di spesa e si spenderà solo realmente quanto necessario». Sarà. Ma in ogni caso resta la domanda: ha un senso una struttura così elefantiaca e sprecona per un ministero che non esiste? Non sarebbe il caso, anche per dare un segnale ai paesi più gelosi della loro politica estera, di tagliare questi costi fino a quando non si chiarisca un quadro di reale potere? Il settimanale The Economist ha già dato i compiti per il futuro alla signora Mogherini: «Potrebbe fare bene sui temi di second’ordine sui quali la Ue è spaccata». Cioè dovrebbe fare la mediatrice, su singoli dossier, tra i ministri degli Esteri europei. Ma a quel punto non servirebbe spendere 3 milioni di euro in piatti e bicchieri ed avere a disposizione un organico con 3.400 dipendenti.

(Nell’immagine di copertina: Federica Mogherini – Fonte: Getty Images)

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