SPlastica: l’azienda che produce plastica dal latte scaduto

Un progetto che nasce nell’università Tor Vergata di Roma. Grazie a tre ricercatrici ed un economista. Una chance in più per eliminare la plastica inquinante

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Tre ricercatrici di talento e un commercialista che si occupa della parte amministrativa, hanno creato un piccolo gioiello, sotto l’egida dell’università Tor Vergata di Roma, all’insegna della sostenibilità e della riduzione della plastica inquinante.

SPLASTICA

SPlastica, il nome del progetto e dell’azienda, parte da un presupposto: creare materiali innovativi in grado di avere le stesse prestazioni, se non migliori, della plastica inquinante che deriva dal petrolio. Alla base del progetto ci sono tre ricercatrici: Emanuela Gatto, Valentina Armuzza, Raffaella Lettieri. La Gatto lavora al Dipartimento di Scienze e Tecnologie chimiche di Tor Vergata; la Armuzza lavora a Berlino come chimico ed è specializzata nella sintesi organica; la Lettieri è specializzata in chimico-fisico da macromolecole. A completare la squadra c’è Graziano Massaro, commercialista e revisore dei conti, che si occupa di tutti gli aspetti finanziari e fiscali della giovane azienda.

SPlASTICA PRODOTTI

Il catalogo dei prodotti di SPlastica rende l’idea del livello di innovazione della società. Si producono stoviglie, tappi, gadget, con una plastica green, non inquinante e non derivante dal petrolio. In generale il materiale dal quale si ricava la plastica sostenibile è formato da scarti alimentari, e l’ultima scoperta dei ricercatori di SPlastica è molto promettente: utilizzare il latte scaduto per realizzare plastica compostabile.

splastica prodotti

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