Un falegname per tenere d’occhio sedie e banchi del Consiglio regionale del Lazio durante le sedute: al modico prezzo di 95mila euro l’anno. Forse la preoccupazione è legata alle possibili risse in aula che potrebbero degenerare in qualche arredo che vola per aria. Leggendo le voci del bilancio della regione Lazio, finalmente pubblicate sul web, viene fuori un quadro impressionante di sprechi e di spese pazze. Incomprensibili con lo sguardo della logica e del buonsenso.
I compensi e i rimborsi per le consulenze, i convegni, gli studi e le ricerche, viaggiano su un livello pari a 8 milioni l’anno. Si vede che i consiglieri avevano molte materie da approfondire, e pazienza se l’anno precedente per la stessa voce si erano spesi soltanto 350mila euro. Il Consiglio ha una sede in perfieria, verso l’Eur: ecco allora la necessità di un ufficio di rappresentanza in centro. Un palazzetto di 650 metri quadrati del solito immobiliarista Sergio Scalpellini, lo stesso che affitta gli uffici alla Camera dei deputati: costo di 330mila euro l’anno. E quando la regione ha deciso di disdire il contratto è partita una causa civile, e per il momento è stata liquidata una prima parcella di 15mila euro a un avvocato esterno. Ma i legali della regione forse non possono mettere piede in tribunale?
Sono triplicate, in cinque anni, le spese per cancelleria, posti e mobili: 35 milioni di euro. Praticamente 500mila euro a consigliere regionale. Con questi numeri, con questi sprechi e con questi criteri di spesa pubblica, l’unica domanda ragionevole è questa: ma perché non bisognerebbe disprezzare i politici laziali?
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