Sprechi e strade pubbliche, un binomio tutto made in Italy. Lo scandalo del cantiere infinito per i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria, ormai una pagina di letteratura più che una storia di giornalismo di denuncia, purtroppo non è un caso isolato. In tutta Italia, da Nord a Sud, si sommano i casi di cantieri aperti, poi chiusi, poi mezzi aperti e mezzi chiusi. Di strade pure strategiche per il sistema Paese che però non vedono mai la luce. Opere pubbliche approvate, e poi puntualmente infilate nel tunnel della burocrazia che blocca sempre qualche passaggio, di un veto locale, magari una protesta marginale, di qualche amministratore (non solo politico) o funzionario pubblico corrotto che, con la complicità di aziende spregiudicate, sui ritardi dei cantieri lucra o, peggio, aspetta graditi omaggi per chiudere la pratica.
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SPRECHI DENARO PUBBLICO – La Pedemontana, un’arteria fondamentale tra la zona del vicentino e dell’alto trevigiano, cioè il cuore pulsante del Nord Est industriale, è attesa dai veneti da 47 anni. Mezzo secolo. E la Confindustria locale ha calcolato che, grazie alla mancata realizzazione di questa infrastruttura decisiva, le aziende locali pagano un conto, in termini di costi per inefficienze varie, di 1.500 euro al giorno. Soldi non sprecati, ma peggio: letteralmente buttati dalla finestra. I normali cittadini della Puglia e della Basilicata, due regioni vicine sulla cartina geografica ma lontanissime quando si tratta di trasporti pubblici, aspettano da dieci anni il completamento della statale Bari-Matera. Non stiamo parlando dell’Autostrada del Sole, la Napoli-Milano, che quando l’Italia sognava e faceva in grande fu realizzata in pochi anni e cambiò il volto del Paese, ma di un piccolo tratto stradale che deve essere solo ammodernato e messo in sicurezza. Non farlo, altro spreco, è un colpo al cuore per l’economia locale e per il turismo: che cosa può fare un turista americano che ha voglia di allungarsi dalle bellezze del centro storico di Bari ai Sassi di Matera in un arco di tempo ragionevole e senza correre eccessivi rischi? Deve affittare un elicottero?
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In Emilia Romagna sono trascorsi una trentina di anni da quando si parla, con delibere, appalti, gare, finanziamenti a singhiozzo, della famosa Cispadana, 67 chilometri di strada, un’altra arteria essenziale perché consentirebbe il collegamento diretto tra il Tirreno e l’Adriatico, senza dovere fare il giro della Peppa in automobile. Intanto il costo dell’opera, altro capitolo degli sprechi stradali: quando i tempi si allungano tutto lievita, è volato a 1 miliardo e 100 milioni di euro.
Immagino e anticipo l’obiezione che qualche lettore potrà fare leggendo queste storie: le strade con i cantieri aperti in Italia servono tutte? Quelle che abbiamo citato servono sicuramente, magari altre sono opere inutili, cantieri che si aprono giusto per distribuire qualche finanziamento a pioggia. Tutto va visto caso per caso, necessità per necessità. Ma una cosa è certa: promettere opere stradali, approvarle e poi vaporizzarle nel nulla, salvo le spese, è un danno e uno spreco per l’Italia. Cioè per tutti noi. Ed è uno stimolo inaccettabile alla corruzione.
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