Una piccola società pubblica, che gestisce in regime di monopolio i servizi urbani di acqua, gas e rifiuti, invece di distribuire dividendi per l’azionista-comune da tradurre in servizi per i cittadini, dilapida i soldi pubblici e produce un buco di 26 milioni di euro. Accade a Gallarate, in provincia di Varese, dove i conti dell’Amsc, l’ex municipalizzata comunale, ricordano molto da vicino le note spese dei consiglieri regionali del Lazio.
Per i pranzi di lavoro, sempre in ristoranti di lusso, sono così volati 47mila euro; quasi 200mila euro per tre auto di grossa cilindrata a disposizione dei dirigenti; 138mila euro per le strenne natalizie; 400mila per un opaco appalto dei servizi di pulizia. I conti con il buco in bilancio adesso sono nelle mani della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica. Intanto, se guardiamo questi numeri e li moltiplichiamo per le migliaia di ex municipalizzate, come l’Amsc, sparse in giro per l’Italia, potete avere un’idea di come in Italia il rubinetto dello spreco è aperto ovunque. A proposito: ma queste società non si dovevano privatizzare?
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