Pane sprecato: noi lo gettiamo nella spazzatura e la Caritas a Roma spende 90mila euro per donarlo

Uno spreco tutto italiano: anche regalare il pane è un problema. E intanto nella capitale finiscono nell’immondizia, ogni giorno, 200 quintali di pane fresco. Il libro di un maestro della panificazione.

Spreco pane: a Roma 200 quintali finiscono nella spazzatura

SPRECO PANE: A ROMA IL 30% OGNI GIORNO FINISCE NELL’IMMONDIZIA – C’è qualcosa di semplicemente assurdo nello spreco del pane al quale assistiamo, indifferenti e impotenti, tutti i giorni. E l’assurdità ruota attorno a due numeri che spiegano tutto. A Roma si gettano ogni giorno nella spazzatura, sì: nei secchi dell’immondizia, qualcosa come 200 quintali di pane fresco. Siamo nella media nazionale, perché lo scempio del pane non ha confini, visto che quasi il 30 per cento del  pane prodotto per la grande distribuzione è destinato, a fine giornata, a diventare rifiuto.

LEGGI ANCHE: Pane in attesa, la filosofia del Non sprecare incontra la solidarietà

I COSTI SOSTENUTI DALLA CARITAS PER L’ACQUISTO DEL PANE – Allo stesso tempo, sempre a Roma, le tre mense della Caritas, senza le quali avremmo migliaia di poveri in giro per la strade a chiedere cibo, hanno dovuto spendere circa 90.000 euro per l’acquisto del pane, senza il quale non si può fare il servizio di assistenza agli indigenti. Dunque, sprechiamo due volte, con entrambe le mani: con una gettiamo il cibo nella spazzatura e con l’altra paghiamo il conto di un acquisto che invece potrebbe essere gratuito, attraverso un meccanismo di banali donazioni. Teniamo presente che nel 2013, secondo un’indagine della Coldiretti, ci sono state oltre 4 milioni di persone in Italia costrette a chiedere aiuto per mangiare.

BUROCRAZIA E SPRECO DI PANE – Ma poiché anche donare il pane in Italia è difficile, si scopre che il corto circuito tra lo spreco e l’assistenza, è legato ai soliti sgambetti della burocrazia. Una leggina, la solita leggina che taglia le gambe a tutti, impedisce di smaltire l’invenduto e tra governo e Parlamento si sta discutendo su come correre ai ripari e spezzare la catena dell’assurdo. Basterebbe poco per dare spazio ad automatismi che, una volta garantita la sicurezza sanitaria, mettano in relazione direttamente i punti vendita (dal panettiere alla grande distribuzione) con la rete del volontariato. Talmente poco che sorge un sospetto: donare il pane ed evitarne lo spreco di massa non piace a chi ha la regia del mercato nero del pane. Già, quello che non finisce nell’immondizia e viene venduto in nero alle aziende agricole che ne fanno richiesta.

Spreco pane: a Roma 200 quintali finiscono nella spazzatura

PER APPROFONDIRE: Il pane fresco, non sprecato e venduto il giorno dopo a metà prezzo, in Francia nasce la baguette low cost

LA STORIA DI DAVIDE LONGONI E LA SCELTA DI DEDICARSI ALLA PANIFICAZIONE – Quanto possa valere il pane, e questa invece è una buona notizia, lo si capisce dalla storia di Davide Longoni che dopo laurea e master ha deciso di cambiare vita e dedicarsi soltanto alla panificazione con l’antica tecnica della lievitazione naturale. La sua  coraggiosa decisione è stata premiata, e oggi Longoni ha tre punti vendita, tra Milano e Monza, di grande successo commerciale, e ha scritto un bel libro (Il senso di Davide per la farina, edizioni Ponte delle Grazie) nel quale racconta i trucchi del suo mestiere. Lui il pane non lo spreca, e anzi ne ha fatto una felice scelta di vita.

PER SAPERNE DI PIU’: Il ritorno dei panifici, dal Nord al Sud Italia, il pane che dà lavoro ai giovani

Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
Torna in alto