Scempio a Pompei: 55mila euro per censire i cani randagi

Lo scempio di Pompei non finisce mai. Gli scavi più importanti del mondo sono al centro di un’indagine della magistratura, che ha già portato ad alcuni arresti e all’incriminazione dell’ex commissario di governo Marcello Fiori: i costi dei restauri sarebbero stati gonfiati del 400 per cento. E tra le pieghe della contabilità allegra si scoprono […]

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Lo scempio di Pompei non finisce mai. Gli scavi più importanti del mondo sono al centro di un’indagine della magistratura, che ha già portato ad alcuni arresti e all’incriminazione dell’ex commissario di governo Marcello Fiori: i costi dei restauri sarebbero stati gonfiati del 400 per cento. E tra le pieghe della contabilità allegra si scoprono sprechi assurdi. Per esempio, 105mila euro per finanziare il progetto per censire i randagi. Con il seguente risultato: 55 cani sentiti, 26 adottati, 3 restituiti al legittimo proprietario, 2 trasferiti in un centro di accoglienza. In pratica, ogni cane censito è costato 2mila euro.

Altra spesa folle è quella di 55mila euro per comprare una partita di mille bottiglie del vino Villa dei Misteri: le preziose bottiglie sono state inviate in omaggio ad ambasciate e consolati in giro per il mondo, ma per due terzi marciscono negli scantinati degli scavi. In questo clima, e con questi precedenti, il commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn, ha inaugurato l’apertura dei primi cinque cantieri per i restauri, finanziati con i soldi dell’Unione europea, che ha stanziato per i lavori di recupero a Pompei 79 milioni di euro. “Il cantiere di Pompei sarà un modello per il Sud”, aveva promesso il premier Mario Monti. I precedenti, purtroppo, dicono il contrario.

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