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USO ARMI IN AMERICA
USO DELLE ARMI NEGLI STATI UNITI
Gli Stati Uniti restano un paese modello nel mondo, non solo occidentale, per la capacità di integrare popoli, razze, religioni, etnie. Altrimenti non sarebbe possibile la convivenza di una gigantesca comunità, i cittadini americani, di 320 milioni di uomini e donne, dei quali circa il 13 per cento sono afroamericani.
Ma il vero nervo scoperto del Paese dove la democrazia è comunque solida nel suo meccanismo di pesi e contrappesi, è la vendita sproposita e l’uso privato delle armi. In pratica: su 329 milioni di abitanti ci sono 393 milioni di armi nelle mani della popolazione, e i colpi da armi da fuoco rappresentano la prima causa di morte tra bambini e adolescenti. Gli americani considerano il possesso di pistole, fucili, mitra, come una libertà imprescindibile e inviolabile. Per fare cosa? Per difendersi, certo, ma anche per lasciarsi andare a un gesto di follia, a una vendetta, a un rancore da folli. E per alimentare qualsiasi forma di odio, compreso quello razziale che cova sempre sotto la cenere.
ARMI IN AMERICA
La vendita delle armi, a questi livelli, ha portato alla trasformazione di una nazione esemplare per la sua civiltà in un Paese di pistoleri. Come se fossimo ancora all’epoca del Far west. Le armi ovunque e in mano a chiunque sono il problema numero uno dell’America contemporanea, e ne mettono a rischio anche la sua solidità e la sua democrazia. La lobby dei venditori, dai produttori all’esercito dei commercianti del settore, è potentissima: influenza Casa Bianca, Congresso, singoli stati e tutti i piani alti del potere politico ed amministrativo. Esiste perfino una National Rifle Association, che si presenta in modo trasparente e legale come “la lobby delle armi”, e ha una fortissima influenza non solo nei palazzi del potere, ma anche nel circuito dell’opinione pubblica. D’altra parte la parola “no alle armi” è perfino difficile da pronunciare in un Paese dove il 70 per cento della popolazione è favorevole al possesso e all’uso di armi e fucili da parte di singoli cittadini per proteggere sicurezza e incolumità, e pazienza se poi ci scappa anche la schioppettata mortale per vendetta o per un banale moto di rabbia. O, peggio, per l’intolleranza legata al colore della pelle.
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LOBBY ARMI AMERICA
Per capire quanto sia forte la lobby delle armi in America, basta leggere tra le righe la disarmante impotenza di Obama, che durante ben due mandati alla Casa Bianca non è mai riuscito, nonostante tanti annunci e 18 tentativi, sempre in occasione di un episodio di violenza con le armi e di qualche tragico omicidio, a scardinare la legge che consente questa follia collettiva. Tantomeno è riuscito a scalfire gli interessi economici, da veri potentati, che stanno dietro la legge che arma gli americani. Né purtroppo possiamo aspettarci molto da Trump che, a differenza di Obama, non dissimula sua simpatia e tutte le sue giustificazioni a favore dei pistoleri e parla genericamente di un problema «senza soluzioni facili».
ARMI AMERICA
Dalla sponda dell’Europa tanto vituperata, una volta tanto possiamo fare noi un appello per la civiltà e per la democrazia in America, di fronte alla potenza delle armi di tutti e per tutto. Armi che non riducono la violenza, ma semmai la aumentano (è un altro record mondiale degli Stati Uniti: il numero di omicidi). Così come è semplicemente stupido e ipocrita barricarsi dietro lo scudo della Costituzione americana che i pistoleri interpretano a modo loro, sostenendo che contiene di fatto (secondo emendamento del testo) il diritto illimitato di ogni cittadino di armarsi. Se anche fosse così, bisogna rivederlo in modo radicale questo diritto, nell’interesse innanzitutto degli Stati Uniti e del popolo americano. Questa scia di sangue e di morti da armi da fuoco, possedute come i barattoli con il sugo di pomodori per la pasta, non è destinata a durare in eterno. E la sua fine non può essere affidata alla voce isolata di qualche solitario movimento «No armi» che ogni tanto si affaccia nelle cronache delle proteste negli Stati Uniti. Ci siamo anche noi europei, noi occidentali, che possiamo e dobbiamo dire la nostra, ricordando che possedere armi in questo modo, e con questa diffusione, e usarle con questi ritmi non è degno di un paese civile, civilissimo, come gli Stati Uniti.
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