STOVIGLIE DA SCARTI AGRICOLI
L’India è uno dei paesi più inquinati del mondo. E anche qui, come nei nostri mari, dilagano i micidiali rifiuti a base di plastica. Rhea Singhal, 36enne di Nuova Delhi, laureata in farmacologia a 27 anni, è diventata una paladina nel paese asiatico sul fronte della lotta alla plastica, e ciò grazie a uno straordinario prodotto biodegradabile che ha brevettato. Proprio per sostituire ed eliminare l’uso della plastica nelle stoviglie della cucina.
Rhea stava facendo un’eccellente carriera nella multinazionale del farmaco Pfizer, quando ha deciso di lasciare il suo posto di lavoro, mettersi in proprio e tentare l’avventura dell’innovazione industriale sotto il segno della sostenibilità. Ha così brevettato il marchio Ecoware, con il quale produce piatti, posate e bicchieri biodegradabili con una tecnica molto innovativa: tanto che l’Onu ha indicato Rhea Singhal come uno dei simboli della battaglia contro lo spreco della plastica. .
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STOVIGLIE BIODEGRADABILI DA SCARTI AGRICOLI
Le stoviglie prodotte da Ecoware hanno la caratteristica di essere biodegrabili al 100%, e, anche se mediamente hanno un costo più alto di circa il 15 per cento rispetto alle stoviglie fatte di materiali non biodegradabili pare che il suo fatturato cresca ogni anno in misura esponenziale. Piatti, bicchieri, vassoi e contenitori per il cibo progettati e distribuiti dall’azienda di Rhea sono creati a partire dalle cosiddette biomasse, ossia quegli scarti agricoli che a fine raccolta solitamente vengono bruciati, ma che negli ultimi anni stanno trovando impiego nei modi più disparati.
Sono contenitori che Rhea ha pensato in un’ottica duplice, quella della tutela dell’ambiente ma anche della salute, campo che conosce bene visto il suo passato in una casa farmaceutica: è possibile metterli in microonde senza rilascio di sostanze tossiche per l’uomo e, una volta finito il loro impiego, si possono gettare nell’umido poiché sono completamente biodegradabili senza alcuno scarto.
Una duplice convenienza, che ha premiato l’ingegno e l’impegno di Rhea e dei suoi soci, in termini di ordini: oggi Ecoware serve Indian Railways, famose catene di hotel di lusso e grandi catene di ristoranti, commesse importanti che hanno portato la startup ecologista a diventare la prima azienda indiana nel suo settore. Poco importa del prezzo più alto, racconta la giovane imprenditrice: «Il segno del tempo che sta cambiando è che vedo un’aumentata sensibilità verso le tematiche ambientali. Quando spiego i vantaggi che si ottengono dall’usare questi materiali al posto della tradizionale plastica, i clienti sono immediatamente d’accordo. Anche se pagano un po’ in più». Una scommessa vinta, almeno per il momento, e una scommessa che vale il doppio considerando il livello di inquinamento dell’India.
(L’immagine in evidenza e quella nel testo sono tratte dalla pagina Facebook di Ecoware)
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