In Romania è legge: dopo 14 giorni di permanenza in un canile, i cani randagi vengono uccisi. Fucilati o avvelenati. L’incredibile e spietata norma, dopo l’approvazione del Parlamento, ha ricevuto il via libera anche da parte della Corte Costituzionale e adesso dovrà essere applicata da tutti i sindaci del paese. Inutili le proteste, e anche gli appelli agli organismi internazionali, per bloccare questa strage, da parte dell’Associazione Save the dog, molto attiva sul fronte della protezione degli animali.
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Con questa legge la Romania, che viola anche dei trattati internazionali, come l’articolo 19 del protocollo di Lisbona, crea uno spaventoso precedente che potrebbe essere poi seguito in molti paesi dell’est Europa. E’ qui, nel cuore dell’ex impero sovietico, che le stragi dei cani infatti sono più frequenti. Come nel caso dell’Ucraina, dove in un solo anno sono stati abbattuti oltre 25mila tra cani e gatti randagi. Il motivo? Secondo le autorità di questi paesi gli animali randagi creano problemi di igiene per la popolazione e comportano spese impreviste per la manutenzione delle città. Argomenti insignificanti, rispetto alla gravità della strage che adesso viene perfino sancita da una legge nazionale.
Sul sito Firmiamo.it è possibile aderire alla petizione contro la strage di cani in Romania. Ecco l’appello che si legge sul sito: “Ci risiamo, la Romania ha scelto il modo più cruento per risolvere il triste fenomeno del randagismo, condannando a morte creature innocenti e non adottando misure quali la sterilizzazione.
Una nazione che non rispetta il diritto alla vita e ratifica crimini del genere è talmente incivile da non avere diritto di stare in Europa. Chiediamo al Governo Italiano di porre in essere tutte le misure atte a boicottare economicamente la Romania e all’Unione Europea d’intervenire con tutti i mezzi possibili per far recedere il Governo rumeno da tale scelta criminale.”
L’appello di Firmiamo.it è stato raccolto anche dai media. In questo video se ne parla a LaCosa, web channel del blog di Beppe Grillo.
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