Strage di salmoni in Islanda

La produzione è esplosa: dieci volte più salmoni di allevamento rispetto al 2014. Ma le condizioni in cui vivono sono peggiorate e nelle gabbie sovraffollate sono mangiati vivi perfino dai pidocchi del mare

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Ma l’Islanda non si presenta agli occhi del mondo come la culla della sostenibilità? A guardare quello che accade nel settore degli allevamenti dei salmoni sembrerebbe proprio il contrario. Una strage continua, legata proprio al boom di questa industria, che ormai sfugge a ogni controllo ed è protetta, nei Palazzi del potere, dalle lobby degli allevatori.

In dieci anni, tra il 2014 e il 2024, la produzione di salmoni di allevamento in Islanda è aumentata di dieci volte, e oggi il Paese sta facendo una seria concorrenza alla Norvegia, leader mondiale del mercato, dove gli allevatori sono sempre alla ricerca di nuovi spazi, anche fuori dai confini nazionali.
Al boom dell’industria, con i suoi interessi, compresi quelli della politica che appoggia senza se e senza ma un settore in grado di creare nuovi posti di lavoro, corrisponde, in modo simmetrico, un netto peggioramento delle condizioni di vita dei salmoni nelle gabbie per l’allevamento. Nel 2024, per esempio, una serie di incidenti ha portato alla morte di migliaia di salmoni in vari impianti di acquacoltura in Islanda. La causa di questo disastro è stata attribuita a una combinazione di fattori, tra cui condizioni meteorologiche avverse, malattie, e gestione insufficiente delle risorse nei centri di allevamento. La verità è stata documentata, e circola su YouTube, da Veiga Grétarsdòttir che, circolando on kayak ha filmato le condizioni di vita dei salmoni nelle gabbie in Islanda. E la loro strage. Le gabbie sono pieni di salmoni mangiati vivi da minuscoli crostacei, detti i pidocchi del mare: questi parassiti li spolpano fino alle ossa e attaccano anche gli occhi. Quasi tutti i salmoni ancora in vita hanno le teste bianche, consumate dai parassiti, e alcuni, essendo diventati ciechi, sbattono continuamente contro le reti di protezione. Soltanto nel 2023 i due maggiori allevatori di pesci in Islanda hanno dovuto sopprimere un milione di pesci colpiti dai parassiti e da infezioni, legate al sovraffollamento nelle gabbie, come il “pestivirus” e la “sea lice”, che proliferano più facilmente in ambienti stretti e malsani.

In questo scenario, in un Paese così sensibile alle tematiche ambientali, come l’Islanda, ti aspetteresti qualche intervento politico per mettere fine alla strage. Ma una vecchia proposta di legge per regolamentare l’allevamento dei salmoni e renderlo meno scandaloso, continua a essere rimpallata da una commissione all’altro nel Parlamento islandese. Tutto non disturbare gli affare degli allevatori nazionali.

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