Cibo è il suo nome d’arte, ma anche un manifesto di intenti. Perché da sei anni ha deciso, nel territorio compreso tra Verona e la sua provincia, di coprire croci celtiche, svastiche, scritte razziste e frasi d’odio con disegni con fragole, angurie, muffin, dolcetti e altro cibo, che dipinge con tratto infantile, colorato e carico di tenerezza.
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STREET ART CONTRO L’ODIO
Classe 1982, Cibo, nome d’arte di Pier Paolo Spinazzé, ha ben chiaro chi è e cosa fa, e soprattutto il motivo per cui dedica il suo tempo a riqualificare lo squallore delle scritte di odio che deturpano le città. Si definisce un artista di “arte pubblica”, e sente molto la missione di prendersi cura della città in cui opera, nello specifico Verona, cercando di seminare bellezza e arte dove trova incuria, vandalismo e odio.
Non si confonda il suo lavoro con la propaganda politica, Cibo tiene a specificarlo: in una conferenza organizzata a Bilbao sul tema dell’uguaglianza e dell’inclusione in Europa ha presentato il suo progetto come un lavoro sulla bellezza urbana, sulla necessità di rendere le città accoglienti e colorate, rifuggendo simboli di odio, razzismo e diseguaglianza. Un’opera di decoro a cui tutti dovrebbero dedicarsi, fatta con l’ironia e la leggerezza propria di chi sa che il suo lavoro è destinato a non essere permanente.
Da bravo street artist, infatti, Cibo sa che i suoi murales potrebbero venire ancora imbrattati, rovinati, o che comunque la vernice sui muri non è destinata a durare per sempre, ma lo accetta, è parte del gioco. Come quando, all’epoca dei suoi primi murales, ha disegnato un wurstel per coprire una scritta razzista, gli è stata imbrattata nuovamente e allora è tornato e ci ha disegnato le salse.
Questo è il messaggio di Cibo, cioè che l’ironia, la bellezza e l’amore, oltre che una bomboletta di vernice spray, sono armi molto efficaci per coprire l’odio, il razzismo, la cattiveria e il vandalismo che trova sempre più spazio nelle nostre città e che, purtroppo, non sempre viene contrastata in modo efficace e consapevole.
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CIBO, MURALES CONTRO L’ODIO
Da dieci anni, sin da quando ha iniziato a graffitare dolciumi, salsicce, pietanze prelibate e tavole imbandite sui muri, Cibo non ha mai smesso di rendere la sua arte anche un mezzo di partecipazione: tramite la sua pagina Facebook gli arrivano spesso segnalazioni di messaggi di odio da coprire. A volte lo fa insieme ai cittadini, come è accaduto a San Bonifacio, dove due gruppi di scout lo hanno aiutato a sistemare un murales nuovamente imbrattato.
Perché è giusto che alla bellezza di un luogo ci pensi soprattutto chi quel luogo lo vive.
Quanto alla scelta di prelibatezze appetitose da disegnare, di certo non è casuale: oltre a essere una delle due passioni di Pier Paolo Spinazzé, tanto da avere una sciarpa a forma di fila di salsicce spesso al collo, ha lavorato nella ristorazione ed è stato immerso nel cibo genuino da quando è piccino, nelle campagne veronesi. In più, l’Italia ha un patrimonio gastronomico enorme, che è fonte di bellezza e ispirazione. Quella stessa bellezza, che proprio come l’appetito viene mangiando, arriva disegnando e colorando le città, combattendo l’odio e gli odiatori.
(Immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook di Cibo)
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