La street art conquista il mondo e ormai di murales mozzafiato abbiamo la fortuna di vederne quasi in ogni città (anche italiana). Fare una selezione delle opere migliori pertanto non è facile, ma ci abbiamo provato spulciando dal Bel Paese agli Stati Uniti, dalla Polonia all’Olanda. Ecco la nostra classifica dei 10 murales più belli del mondo.
La street art, ovvero l’arte di strada, è una forma d’espressione artistica che si manifesta nei luoghi pubblici. Non va però confusa con il graffitismo che comunica tramite l’impiego di spray e marker privilegiando le “scritte”. I murales invece sono dipinti di vario genere, realizzati con diverse tecniche, su pareti o altre superfici. E dietro di essi solitamente c’è un progetto articolato che intende trasmettere un messaggio, sensibilizzare su determinate tematiche, valorizzare specifiche aree urbane.
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Create Together for tomorrow
La città di Varsavia, in Polonia, ospita uno dei murales mangia-smog più belli del mondo, opera di street artist locali coinvolti dallo studio Good Looking per la campagna City-Forests indetta dalla Converse. La particolarità del murale è che è stato realizzato con vernice fotocatalitica con biossido di titanio, in grado di attirare gli inquinanti atmosferici e di convertirli in nitrati innocui. L’obiettivo? Purificare l’aria circostante e abbellire, nel contempo, il paesaggio circostante.
La pandemia? Il Pandemico
Blu è uno street artist italiano famoso in tutto il mondo per le sue straordinarie opere dallo stile inconfondibile. Tra queste Pandemia, dove panda giganti dall’aria tutt’altro che mansueta si scagliano contro alcuni edifici, distruggendoli. Il murale è stato realizzato per il festival Draw the Line di Campobasso sui muri del cinema Alphaville.
AstroSamantha
A Detroit, nel Michigan, AstroSamantha è diventata protagonista di un enorme murale realizzato dal collettivo milanese Orticanoodles, su richiesta del consolato italiano. Un orgoglio tutto italiano.
Esenstaedt
Questo magnifico murale è opera dell’artista brasiliano Kobra e si trova a New York. E’ ispirato alla foto di Alfred Eisenstaedt, dove un soldato bacia la compagna dopo la seconda guerra mondiale. I colori del graffito catturano immediatamente lo sguardo.
Anthropoceano
Anthropoceano di Iena Cruz è un murale non solo straordinariamente bello ma anche utile. Si tratta infatti di un’opera mangia-smog realizzata dall’artista con colori che assorbono l’inquinamento. E non serve andare chissà dove per vederlo, si trova a Lambrate.
Stay safe!
In California l’artista Pony Wave ha realizzato un meraviglioso murale che celebra l’amore ai tempi del coronavirus. Raffigura infatti due ragazzi intenti a baciarsi mentre indossano mascherine decorate con fiori. L’artista nel post pubblicato sul suo profilo Instagram ha commentato il murale con la raccomandazione “Stay safe!
Draw the line
Uno dei murales più belli al mondo si trova sempre in Italia e per l’esattezza a Campobasso, dove lo street artista Peeta ha realizzato in occasione di Draw the line 2016 un’opera tridimensionale davvero mozzafiato. Come in altre delle sue opere, anche qui l’artista punta sull’interazione geometrica delle forme con l’ambiente circostante.
La ragazza con il palloncino
Come non citare in questa classifica i murales dell’ormai famosissimo Banksy. Opere che non passano inosservate lanciando messaggi spesso provocatori e rivoluzionari. Tra queste “La ragazza con il palloncino” di Londra, uno dei murales più famosi dello street artist, che raffigura una bambina con la mano tesa verso un palloncino rosso a forma di cuore, che simboleggia l’amore, la speranza.
Coexistencia
Meravigliosa opera dello street artist brasiliano Eduardo Kobra, Coexistencia è una preghiera collettiva affinché Dio, come si legge sul suo sito, possa “ispirare gli scienziati a trovare la soluzione a questa pandemia e confortare i nostri cuori in modo da avere forza e continuare insieme come umanità”.
George Floyd
Napoli ospita uno dei murales di Jorit più belli in assoluto, un messaggio contro il razzismo e a favore dell’integrazione. Nell’opera si vede George Floyd affiancato da Martin Luther King, Malcom X, Lenin e Davis, con delle lacrime rosse al posto dei segni tribali normalmente utilizzati dall’artista nelle sue opere. Un simbolo dell’appartenenza alla tribù umana.
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