Fuori corso a 30 anni porta il padre in tribunale: «Voglio i soldi per studiare». Ma il giudice lo boccia

La storia, scolpita in una sentenza del tribunale di Padova, è il caso amaro di un genitore che non vuole più sovvenzionare lo status di fuoricorso del figlio. E taglia i viveri. Intanto in Italia i fuoricorso sono 700mila, record europeo.

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STUDENTI FUORI CORSO IN ITALIA

Non possiamo certo chiedere ai giudici di aiutarci a regolare i nostri conti in famiglia, ma la sentenza del tribunale di Padova, per un conflitto tra padre e figlio sugli studi fuoricorso, ci può aiutare ad avere una bussola. A fare in modo che nessuno sprechi la sua vita galleggiando tra studi incompiuti e casa come rifugio senza tempo.

Un giovane di 29 anni, figlio di un imprenditore di successo della Riviera del Brenta, si rivolge ai giudici chiedendo circa 600mila euro per ipotetici studi universitari e master. Ipotetici, in quanto parliamo di un ragazzo trentenne che dovrebbe già essere laureato e magari occupato. La cifra, diciamo, è arrotondata per eccesso: trovandosi a presentare un conto, il ragazzo ha pensato bene di allargarlo anche a qualche extra, compreso l’affetto che ritiene di non avere avuto. Dopo quattro anni di duelli in aula, il tribunale di Padova scrive che non dare i soldi al figlio, in questo caso, è un diritto legittimo del genitore. E come tale va rispettato.

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NUMERO DI STUDENTI UNIVERSITARI FUORI CORSO IN ITALIA

Sentenza giusta o troppo severa? Difficile rispondere a questa domanda senza avere la delicatezza umana rispetto a una storia piuttosto triste di conflitto tra padre e figlio che finisce poi in un’aula del tribunale. Ma una cosa invece è certa: in Italia abbiamo 700mila studenti fuori corso, record europeo, e abbiamo anche il numero più alto di Neet, ovvero ragazzi che non studiano e non lavorano. Spesati da papà.

Allo stesso tempo soltanto il 21,7 per cento degli studenti che iniziano il loro percorso universitario riesce a completarlo, con la laurea, entro i 34 anni. Con questi numeri non andiamo da nessuna parte. E purtroppo non possiamo mettere la croce solo sulle spalle dei ragazzi. C’è qualcosa che riguarda i genitori e i nonni, ormai pronti a viziarli, sì: viziarli, pagando anche i conti fuori dal tempo.

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GENITORI TROPPO PRESENTI

Siamo ancora una volta in quel girone infernale del familismo all’italiana, dove tutto si mescola. La pena e l’amore di un padre per un figlio. I suoi sensi di colpa per gli scarsi risultati ottenuti come genitore. La furbizia di alcuni ragazzi che tanto si sentono con le spalle coperte. Siamo nel pieno di quella palude, o zona grigia che dir si voglia, popolata da genitori-elicottero, protettivi fino all’inverosimile rispetto ai figli.

Sono queste le premesse che portano allo spreco delle vite dei ragazzi. È questo il clima nel quale un figlio arriva fino a trascinare in tribunale il padre che non vuole finanziare il suo status di fuori corso, e si presenta con un conto di 600mila euro, compresi gli extra che nulla hanno a che vedere con la propria formazione. Se la sentenza di Padova, in controtendenza, rispetto ad altri casi analoghi finiti in tribunale, servirà in qualche modo a farci riflettere su questa tendenza all’assistenzialismo familiare, e su come ciascuno debba affrontarla nel proprio ruolo, allora dovremo dire un grazie al giudice padovano.

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