Suor Rita e le sue case per far rinascere le ragazze

Vittime di abusi, violenze e sfruttamento, centinaia di giovani donne costruiscono un nuovo futuro grazie all’inesauribile energia di una suora

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Suor Rita Giaretta è un vulcano. Non si ferma mai, e ovunque può continua a creare luoghi per salvare giovani donne dallo sfruttamento, dalla violenza, dagli abusi e dall’abbandono. L’ultima creatura di questa tessitura si chiama Magnificat! Ed è un appartamento di 140 metri quadrati dove, tra le scritte sui muri, c’è anche una frase celebra di Papa Francesco: “Per favore non lasciatevi rubare la speranza”.

Una comunità di donne consacrate e laiche, per lo più migranti, spesso con figli piccoli, che avviano insieme nuovi cammini. Arrivano dal Congo, dall’Iran, dalla Romania, vengono accolte dalle orsoline guidate da suor Rita, e indirizzate anche alla formazione per avere finalmente un lavoro. Tra le attività messe in piedi dalla vulcanica suora, infatti, c’è anche la cooperativa sociale “New Hope”, che gestisce una sartoria nella quale lavorano donne liberate dalla schiavitù della tratta degli immigrati. Un progetto che si è andato affiancando nel tempo, alla realizzazione più importante di suor Rita e del suo gruppo: casa Rut, aperta già da qualche anno a Caserta, dove 600 ragazze, finite nella palude dello sfruttamento, hanno potuto finalmente iniziare una nuova vita, normale, senza più sprecare la precedente. 

Il simbolo di questo percorso è Joy, la ragazza nigeriana che, sbarcata in Italia a 23 anni su un barcone con il miraggio di un lavoro, è stata costretta a prostituirsi sulla strada di Castel Volturno, in provincia di Caserta,  dai suoi aguzzini sotto il peso del debito contratto con la madam e con il ricatto del woodo. Sostenuta nel suo percorso di liberazione da Casa Rut, ha raccontato la sua storia nel libro di Mariapia Bonanate,  Io sono Joy ( edizione San Paolo) con la prefazione di Papa Francesco che scrive: «La testimonianza di Joy è patrimonio dell’umanità». Joy, che oggi ha 31 anni, è riuscita a studiare e a diplomarsi, ha trovato lavoro presso una Cooperativa socio-sanitaria e ha sposato un ragazzo italiano. La sua madrina di nozze è stata suor Rita Giaretta. 

Fonte immagine di copertina: Avvenire

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