Anche nelle diocesi italiane si sta procedendo alla spending review ed a un taglio netto degli sprechi. Molte le iniziative, alcune delle quali riprendono il metodo del governo Monti rispetto alla spesa pubblica nazionale. A Savona, per esempio, il vescovo Vittorio Lupi ha preso contatto con le altre diocesi della regione per arrivare ad un unico gruppo di acquisto, centralizzato. Ed a proposito di acquisti, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, ha scritto una lettera ai parroci della città raccomandando l’acquisto di mobili Ikea per gli arredi e di elettrodomestici low cost. “La crisi si sconfigge insieme” ha detto Moraglia. A Carpi largo alle biciclette: niente auto, e tagli netto a tutte le spese di rappresentanza, firmato dal vescovo Francesco Cavina. A Livorno, il vescovo Simone Guidi ha preso di mira le spese postali e la cancelleria: tutto deve viaggiare sul web, e la corrispondenza si svolge adesso via mail. Acquisti centralizzati anche a Napoli, Nuoro e Lecce, dove il vescovo Domenico D’Ambrosio ha voluto anche eliminare l’auto di servizio. Come il collega Francesco Montenegro ad Agrigento: gira tra le parrocchie in motorino o in bicicletta. L’auto è uno spreco.
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