Basta poco per non sprecare. Il lavoro di un commissario onesto, Gian Luigi Rondi, e due vice, Domenico Luca Scordino e Mario Stella Richter, ha consentito di mettere ordine nel bilancio della Siae, la società degli autori che gestisce compensi e pensioni degli artisti e degli scrittori. Con una serie di tagli, tutti motivati dalla necessità di eliminare gli sprechi dell’ente,il bilancio con entrate annue di circa 500 milioni di euro è stato risanato. Ecco qualche esempio. L’house organ della Siae, dall’immaginifico nome Viva Verdi, costava 1 milione e 280mila euro l’anno, compreso lo stipendio del direttore della testata di 250mila euro. Adesso la pubblicazione è solo online e ha un budget di 82mila euro, tutto compreso. Sono state tagliate pletoriche commissioni, consigli con amici degli amici e organismi di consulenza, portando questa voce di uscite a 1 milione e 300mila euro rispetto ai 3milioni precedenti. Taglio netto anche ai gettoni (e al numero) dei consiglieri ed ai relativi rimborsi spese, e dei 60 dirigenti della società ben 20 sono stati prepensionati. Adesso, con la scadenza del prossimo 1° marzo, il lavoro dei commissari sarà terminato e la Siae tornerà ad avere un normale consiglio di amministrazione. Speriamo che non sia l’occasione per riaprire il vaso di Pandora di sprechi e privilegi nel nome dell’Italia degli artisti.
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