TAGLIO ALBERI TORRENTE SAVENA BOLOGNA –
Abbiamo un maledetto bisogno di alberi, tanti alberi. Per ridurre le emissioni di anidride carbonica, migliorare l’aria avvelenata delle nostre città, restituire spazi verdi ai cittadini. E invece di piantarli, pensiamo bene di tagliarli. Come è avvenuto a Bologna, dove in poche settimane sono spariti 50mila alberi lungo i dodici chilometri del torrente Savena alle porte della città.
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TORRENTE SAVENA –
La storia sembra incredibile, ma è tutta vera, come hanno denunciato il Wwf e una decina di associazioni ambientaliste. Il torrente Savena è a rischio, dopo due esondazioni, a causa di tronchi e ramaglie che ostruiscono i ponti. Il comune di Pianoro pensa bene, dopo una burocratica richiesta al Servizio di bacino del Reno, di procedere con una gara d’appalto per la pulizia dell’alveo del torrente. E ignora i paletti messi dall’ente che controlla i boschi della zona, ovvero l’obbligo di «tagliare solo alberi secchi, ammalorati, inclinati e cresciuti a ridosso della strada e dentro l’alveo». Non solo. Nel bando è previsto che i lavori vengano pagati con il legname disboscato. Quindi: più alberi si tagliano, e più soldi si incassano.
DISBOSCAMENTO TORRENTE SAVENA –
Da qui un disboscamento massiccio per evitare alluvioni, con 50mila alberi tagliati, e con danni enormi per una zona protetta per la sua biodiversità. «Una scelta dolorosa ma necessaria» ha commentato il sindaco di Pianoro, Gabriele Minghetti. Anticipando la sua difesa davanti ai magistrati visto che sulla vicenda ci sono già diverse denunce alla Procura della Repubblica da parte delle associazioni ambientaliste e del Corpo Forestale. E una domanda fondamentale: era proprio necessario fare una strage di alberi per mettere in sicurezza un piccolo torrente?
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