Bicchieri da caffè, arriva una nuova tassa. Ma l’ambiente pulito lo devono pagare i consumatori?

In Gran Bretagna 2,5 miliardi di bicchierini di carta finiscono nella spazzatura. E solo lo 0,25 viene riciclato. Così si pensa di tassare di 30 centesimi di euro il consumo di questi oggetti. Le tasse green sono ingiuste e controproducenti

TASSA USO PLASTICA

TASSA BICCHIERINI CAFFÈ

Adesso tocca ai bicchieri monouso per il caffè. Dopo il balzello sugli shopper biodegradabili, una nuova tassa green è all’orizzonte e ancora una volta a pagare il conto sarebbero i consumatori. In Gran Bretagna si vuole introdurre una tassa di 30 centesimi di euro (25 centesimi di sterlina) sui bicchieri da caffè. Tutto per scoraggiarne l’uso, visto che ne finiscono nel cestino, ogni giorno, 500mila pezzi. E quasi mai dal secchio dei rifiuti passano alla catena del riciclo. Il tragico risultato di questa consuetudine sprecona è il combinato disposto di un danno economico e di un danno ambientale. In Gran Bretagna ogni anno si contano 2,5 miliardi di bicchieri da caffè infilati nella spazzatura, dei quali appena lo 0,25 viene riciclato. Nulla.

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TASSE GREEN

Ma è giusto tassare i consumatori per avere meno rifiuti, meno inquinamento e meno sprechi? Io spero che non ci sia qualche zelante politico italiano, truccato da ambientalista spinto, che pensi bene di imitare questa follia inglese e di riproporla anche in Italia. Tanto per fare il bis del sacchetto bio per la spesa.

I bar, come altri punti strategici della vita collettiva, sono un epicentro di sprechi. Lo abbiamo denunciato più volte su questo sito: si sciupano tonnellate di zucchero, si gettano nell’immondizia milioni e milioni di tovagliolini di carta,  una quantità imbarazzante di cibo ancora commestibile finisce puntualmente, nell’indifferenza generale, nel secchio dell’immondizia.

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TASSA USO PLASTICA

Ma questi non sono buoni motivi per stangare i cittadini. E non venitemi a dire che si tratta di piccole cifre: non è vero, considerando la quantità dei consumi e dei prodotti oggetti di piccole tassazioni che sommate fanno una grande cifra. Tantomeno è ragionevole una strampalata teoria in base alla quale l’ambiente pulito costa, e quindi i consumatori-cittadini se ne facciano una ragione e tirino fuori i soldi per vivere in un mondo meno inquinato e più civile. Le tasse green sono del tutto ingiuste e controproducenti. Sono il frutto avvelenato di un ceto politico che continua a pensare ed a vivere lontano, in modo siderale, dai problemi quotidiani delle persone, e non calcola quanto possa pesare, anche in termini di  effetto indignazione e repulsione, una tassa, anche piccola, su oggetti potenzialmente inquinanti. Una buona politica ambientale, al contrario, deve incentivare i cittadini. Dare e non togliere per spingerli verso migliori stili di vita, nell’interesse di tutti e non di singole persone. Penso a come funzionano bene gli incentivi per chi produce meno rifiuti. Penso alle macchinette che ritirano  bottigliette di plastica o oggetti simili e danno in cambio buoni per la spesa e per la benzina. O anche a riduzioni di imposte comunali per chi pulisce una strada e cura il verde nel proprio quartiere. Queste sono le misure da introdurre, non una sfllza di piccole tasse green che avranno solo l’effetto di aumentare la rabbia dei cittadini contro un ceto politico perennemente a rischio di deriva demagogica.

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