Il braccio di ferro tra l’Unione europea e la piattaforma cinese di vendite online Temu è molto importante per gli interessi dei consumatori europei. Temu ha 90 milioni di utenti solo in Europa, ma le indagini in corso in sede Ue accusano la piattaforma di una serie di illegalità, e anche di un’opaca gestione fiscale, visto che i suoi guadagni, fatti con i soldi dei consumatori europei, finiscono poi per sfuggire al fisco attraverso lo schermo di società nei paradisi fiscali delle isole Vergini britanniche e di Cayman. Di fatto l’Unione europea accusa i cinesi di vendere prodotti illegali, poco sicuri, tossici. E soltanto nel 2024 sono stati importati nei paesi dell’Unione europea 4,6 miliardi di prodotti low cost, quasi il doppio dell’anno precedente, e nove volte su dieci arrivano dalla Cina, specie attraverso Temu. Nel 2023 ben 17,3 milioni di articoli contraffatti di provenienza vinese sono stati sequestrati alle frontiere europee e la metà erano stati acquistati online.
Nata solamente nel 2022, Temu – il cui nome è un acronimo che sta per team up price down, letteralmente “fate squadra e i prezzi si abbassano” – ha rapidamente scalato le classifiche delle app più scaricate sia di Apple store sia di Google play, poiché permette di fare acquisti a prezzi davvero molto competitivi grazie, per esempio, ai coupon e agli sconti che mette a disposizione. I prodotti che si possono acquistare provengono dalla Cina e sono davvero molto vari: elettronica, prodotti per la casa, abiti, accessori, gadget e così via.
Ma a parte i dubbi sulla qualità dei prodotti offerti a buon mercato, Temu è nel mirino di diversi governi e di associazioni ambientaliste e di protezione dei consumatori, per le sostanze tossiche che mette in circolazione con i suoi prodotti. Qualcosa di molto simile allo scandalo che ha colpito un altro gigante dell’e-commerce mondiale: Shein, un’altra piattaforma di marca cinesi. L’Autorità di controllo sulla sicurezza dei prodotti venduti online della Corea del Sud, per esempio, ha rilevato che i sandali e altri prodotti venduti da Temu, presentano concentrazioni di piombo fuori norma. E questo è bastato per fare scattare un’indagine da parte della Consumer Product Safety Commission , l’agenzia governativa americana che si occupa di garantire la sicurezza dei prodotti in commercio. Anche Greenpeace da tempo produce report su Shein e Temu e sugli oggetti che vendono, rintracciando quantità non consentite di flatati, piombo e Pfas, una sostanza che in Europa sta per finire del tutto fuori legge.
Nel 2023 Altroconsumo ha svolto un’analisi su 28 prodotti, tra giocattoli, gadget, caschi e cosmetici, acquistati attraverso la piattaforma Temu. In tutti gli articoli sono state riscontrate sostanze non conformi ai limiti previsti dalla legge, con etichettature poco trasparenti.
«Temu si impegna a garantire che tutti i prodotti venduti sulla piattaforma rispettino i più elevati standard di qualità e sicurezza. Abbiamo implementato un sistema rigoroso di controllo, che include l’onboarding dei venditori con documentazione obbligatoria, controlli a campione sui prodotti e il monitoraggio continuo tramite feedback dei clienti. Siamo consapevoli delle preoccupazioni espresse in merito alla sicurezza di alcuni prodotti e stiamo collaborando attivamente con le autorità regolatorie per affrontare eventuali criticità. Temu adotta una politica di tolleranza zero verso i venditori che non rispettano le normative, e ogni segnalazione di non conformità viene gestita con prontezza, con azioni che includono la rimozione dei prodotti e il blocco dei venditori responsabili. Inoltre, Temu si impegna costantemente a migliorare la trasparenza e a collaborare con associazioni di consumatori e gruppi di tutela ambientale per garantire che i prodotti siano sicuri e conformi alle normative locali. La sicurezza e la fiducia dei nostri clienti rimangono la nostra priorità assoluta.»
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