Per riconoscere un tessuto naturale esiste uno strumento fondamentale: il tatto. Quando toccate un capo di abbigliamento di lino, di cotone, di lana, di seta, la mano parla e vi indica già se si tratta di un tessuto naturale al cento per cento. Poi c’è un secondo elemento da tenere d’occhio: quanto è riportato nelle etichette. E sotto questo punto di vista l’uso dei tessuti naturali è decisamente in aumento. Il sorpasso ancora non c’è, e non si vede. Per il momento. Ma la percentuale di fibre naturali vegetali (dunque ecocompatibili) è in aumento, e ha superato la soglia del 40 per cento di quelle utilizzate per i tessuti, rispetto al 60 per cento delle fibre sintetiche e artificiali. All’interno delle fibre naturali c’è poi la componente più sostenibile: quella biologica. Ovvero realizzata senza l’impiego di pesticidi, insetticidi e concimi chimici. E senza inquinare terreni e acque, come purtroppo può accadere, e accade, con la coltivazione del cotone convenzionale.
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I tessuti naturali
Oltre all’aspetto ecologico, è importante sottolineare che i tessuti biologici (che, per essere definiti tali, devono comunque avere la certificazione prevista), non contenendo sostanze chimiche che inevitabilmente rimangono nelle fibre, hanno altissime probabilità di non arrecare fastidi alla pelle, come dermatiti e reazioni allergiche. Sono inoltre più traspiranti e assorbono maggiormente l’umidità. Oltre al cotone biologico altre fibre naturali biologiche sono il lino biologico, la lana biologica e la canapa. Quest’ultima è considerata, ed ha tutte le motivazioni per esserlo, la più sostenibile e a impatto zero.
I tessuti in canapa
La canapa è una pianta molto facile da coltivare (ricordiamo che l’Italia era prima produttore mondiale fino al 1950), dalla crescita molto veloce, necessita di limitatissime quantità di acqua per crescere, è biologica di natura perché non ha bisogno di pesticidi in quanto i suoi oli essenziali hanno proprietà antiparassitari che allontano i parassiti dalle piante e anche dalle altre colture. Per questo si usa alternare coltivazioni di canapa ad altre coltivazioni. Ma oltre a non danneggiare l’ambiente, la canapa lo migliora addirittura grazie al rilascio di azoto nel terreno e all’ossigenazione di quest’ultimo grazie alle lunghe radici della pianta che scavano nel terreno rendendolo più fertile. Le sue qualità come fibra tessile sono indiscusse. La fibra di canapa è molto resistente, assorbe molto l’umidità grazie alle sue grandi cavità interne, i tessuti rimangono freschi d’estate ma caldi d’inverno, assorbe poco gli odori. Non è soggetta a acari, muffe, funghi e tarme, ed è ben tollerata anche da soggetti con pelle sensibile e intollerante.
La viscosa
Altre fibre tessili ecologiche molto utilizzate negli ultimi anni grazie alle loro magnifiche proprietà e caratteristiche sono le cosiddette viscose, ovvero fibre che derivano da materie prime naturali come la polpa del legno di faggio e di eucalipto dalle quali si ottengono rispettivamente il Modal® e il Tencel™. Hanno l’aspetto della seta, sono molto lucenti e al tatto sono morbide e vellutate risultando molto gradevoli sulla pelle. Il tessuto, molto leggero, dona una piacevole sensazione di freschezza ed è perfetto quindi per l’estate. Specie quando le temperature sono particolarmente alte. Grazie ad importanti passi avanti nella tecnologia e investimenti da parte dei produttori la produzione di queste fibre è diventata in questi ultimi due anni ancora più sostenibile, con un ridotto impatto ambientale e attenta al rispetto e alla salute delle popolazioni e comunità locali. Il maggiore produttore di viscosa è l’azienda austriaca Lenzing che già dal 2017 ha ottenuto la certificazione Eurolabel EU, marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea per prodotti caratterizzati da un ridotto impatto ambientale, per due delle sue sedi produttive (quella in Austria e quella di Nanjing in Cina): l’ultima generazione di viscosa, ancora più sostenibile ed ecologica, è stata chiamata dall’azienda con il nome Ecovero™ .
Il cotone
Dopo la canapa, eccoci al cotone. Il cotone biologico è coltivato secondo il disciplinare che regola la certificazione biologica. Al contrario, il cotone convenzionale arriva dall’ agricoltura chimica, spesso è OGM e nonostante gli ettari destinati alla coltivazione del cotone rappresentino solamente il 2,4% dei terreni agricoli mondiali utilizza il 25% degli insetticidi e l’11% dei pesticidi totali. Il cotone biologico è più traspirante, delicato e morbido sulla pelle ma anche più resistente all’usura. Per essere certi di scegliere un capo in cotone biologico e per il quale non siano state usate sostanze chimiche e dannose ci sono varie certificazioni nazionali e internazionali come Icea, Gots, Ivn, Oeko text, Fair Trade.
il lino
Il lino è considerata una cultura ecologica ed ecosostenibile per definizione, perché non necessita di grossi interventi per la sua coltivazione. Necessita solo di acqua piovana e non richiede l’uso di pesticidi. La sua fibra è fresca e scivolosa, resistente e durevole, ma anche morbida, flessibile e ipoallergenica, imbattibile per i mesi estivi. Inoltre è biodegradabile e riciclabile.
La lana biologica
Per lana biologica, infine, si intende lana proveniente da allevamenti biologici certificati. In questi allevamenti le pecore si nutrono di alimenti biologici e vengono curate con prodotti naturali (omeopatici e fitoterapici); in un ettaro di terra si possono allevare al massimo 13 capi, anche le stalle devono garantire spazi adeguati e l’accesso a spazi all’aperto (ci sono quindi norme specifiche dell’unione europea stabilite nel decreto ministeriale del 2000). La lana biologica certifica quindi la tipologia dell’allevamento in cui è stata prodotta. La lana naturale, sia da allevamento biologico che non, invece è lana non trattata con agenti chimici nella fase di lavorazione e produzione fino al prodotto finito. La lana bio o naturale ha caratteristiche uniche: mantiene il calore costante, risulta molto traspirante e regola il bagnato (è in grado di assorbire liquidi fino ad un terzo del suo peso e di rilasciarli verso l’esterno).
I tessuti in bamboo
Il bamboo è una pianta perenne con radici rizomatose che ne facilitano la riproduzione e la coltivazione naturale. Le piante non necessitano di particolari cure ne tanto meno di pesticidi ed hanno un rapido sviluppo anche in situazioni estreme. I manufatti tessili realizzati in fibra di bamboo risultano molto morbidi ed hanno una mano simile a quella della seta, sono molto soffici, luminosi e naturalmente elastici, e infine sono molto resistenti nel tempo. Dal bamboo si ottiene la viscosa di bamboo, una fibra quindi artificiale perché realizzata con processi chimici ma tramite un ciclo chiuso che permette il riutilizzo delle sostanze.
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