Il suggestivo borgo di Torre di Palme, una frazione del comune di Fermo, abbarbicato su uno sperone roccioso che si affaccia sul mare, non è soltanto uno dei punti panoramici più belli della regione, tanto da essere conosciuto come «il balcone fiorito delle Marche», ma è anche la prima tappa di un’immersione in un’oasi delle macchia mediterranea e in una rara duna di fossili.
Indice degli argomenti
Storia
Torre di Palme, oggi popolata da appena 670 abitanti, sorse nel Medioevo, quando era considerata una postazione strategica a protezione della cittadina marittima di Palma, dove erano frequenti le incursioni dei pirati. La sua autonomia, anche grazie alla presenza della chiesa e del convento dell’ordine degli Agostiniani, è stata conservata fino al 1861, quando il paese entrò in collisione con la vicina Fermo. Da allora, Torre di Palme divenne una frazione, prima di Porto San Giorgio e poi di Fermo.
Cosa vedere
Il borgo di Torre di Palme ha due caratteristiche lo rendono unico. Da un lato è un dedalo di viuzze, facciate in cotto fiorite di gerani e un’architettura medievale e rinascimentale perfettamente integra; dall’altro versante, pur essendo ad appena 104 metri sul livello del mare Adriatico, regala l’emozione di un panorama mozzafiato sulla costa e sul mare. Il punto ideale per godersi lo spettacolo è il piazzale Belvedere, al termine della via principale del borgo ed a poca distanza dalla chiesa gotica di Sant’Agostino, con un convento dal tipico cotto rosso.
Il Bosco del Cugnolo
Da Torre di Palme, partendo dal parcheggio che si trova poco sopra la fine del borgo, si arriva, con una piacevole passeggiata lungo un sentiero ben sistemato dal CAI di Fermo, al Bosco del Cugnolo. La zona si presenta come un’oasi di macchia mediterranea, su una duna fossile, alta tra i 60 e i 110 metri, costituita da sedimenti marini (sabbie, ghiaia, ciottoli) che formano una resistente falesia lunga circa 450 metri. Il borgo di Torre di Palme è praticamente circondato dalla vegetazione del Bosco del Cugnolo, un’area floristica protetta per il suo enorme valore con le classiche specie della macchia mediterranea, come pini, ginepri e corbezzoli .Tra gli alberi più interessanti, ci sono diversi esemplari di querce sempreverdi secolari, delle specie lianose e rampicanti. Le caratteristiche di questi alberi rendono il territorio del Bosco, in alcuni punti, intricato e quasi impenetrabile, come se ci trovassimo all’interno di una fitta foresta amazzonica. Quanto alla fauna, il Bosco del Cugnolo è popolato da uccelli molto vivaci, come il gruccione, volpi e tassi. Mano a mano che il sentiero diventa più stretto e la vegetazione di cespugli e canne più fitta, ci si inerpica fino alla Grotta degli Amanti, la sede naturale dell’amore impossibile tra Antonio e Laurina. Il luogo è magico, e più che una grotta sarebbe corretto definirla una grande cavità, con due ingressi, prodotta dal cedimento del terreno o dalle infiltrazioni d’acqua
Il modo migliore per attraversare il Bosco del Cugnolo è seguire il suo percorso ellissoidale, ad anello, con una sosta a metà strada, rispetto al punto di partenza di Torre di Palme, dove si apre un’ampia voragine creata dall’acqua del Fosso Cupo. Il materiale della duna fossile, la sabbia e i ciottoli, cementati dal tempo e dalla pressione, hanno reso questo lembo di territorio simile a un canyon.
La Grotta degli Amanti
Da questo scrigno della sostenibilità, salendo lungo un bosco di querce secolari, si raggiunge la Grotta degli Amanti, un romantico anfratto naturale, scavato nella roccia arenaria, che fece da sfondo all’amore sfortunato di due giovani, Antonio e Laurina, che nelle Marche sono considerati i Romeo e Giuletta della regione.
La struggente storia d’amore di Antonio e Laurina risale alla campagna di Libia, nel 1911. Lui è un giovane soldato di 24 anni che ottiene una breve licenza per vedere la donna che deve sposare, la diciannovenne Laurina. Quando sono insieme, i due hanno paura di essere costretti a lasciarsi nuovamente, e così decidono di fuggire e di nascondersi nella grotta del Bosco del Cugnolo. Con l’aiuto dei pescatori e dei contadini della zona, mangiando pane bagnato e sarde, Antonio e Laurina riescono a sopravvivere. Ma solo per otto giorni, quando, divorati dai rimorsi (Antonio è di fatto un disertore e rischia la pena di morte), pur di non perdersi, decidono di morire insieme, lanciandosi dal Fosso di San Filippo, a un’altezza di 70 metri. Laurina muore sul colpo, Antonio qualche giorno dopo in ospedale. Da allora la cavità che li ha visti sopravvivere come coppia per soli otto giorni, è diventata la Grotta degli Amanti.
Informazioni
Per tutte le informazioni sulla zona di Torre di Palme si può scrivere a:
Come si arriva a Torre di Palma
Torre di Palme si trova a metà tra i caselli autostradali dell’A14 di Fermo/Porto San Giorgio (se vieni da nord) e Pedaso (se provieni da sud). Una volta uscito dal casello si prende la SS16 strada statale adriatica. A metà strada tra Porto San Giorgio e Pedaso troverai le indicazioni per Torre di Palme. Il borgo dista circa 12km da Fermo ed è raggiungibile in auto in circa 15 minuti dal centro di Fermo.
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