Il tradimento appartiene all’amore. A tradire non sono mai i nemici, gli avversari, le persone che non stimiamo e che non rientrano nella nostra sfera affettiva. A tradire sono gli amici, le persone alle quali siamo più legati, quelle che amiamo. E per questo il tradimento è ancora più doloroso.
Il tradimento può essere una risposta al possesso. Ci sono tante motivazioni alla base di un tradimento, e talvolta è perfino inutile andarle a ricercare una per una, per ricostruire il puzzle nel quale è maturata la dolorosa ferita. Il tradimento può essere anche una risposta, conscia o inconscia, al tentativo dell’altro di possederci. Dimenticando che il vero amore è il contrario del possesso, è il volersi bene, rispettarsi, prendersi cura dell’altro, nella libertà e nella responsabilità. In modo che ciascuno possa essere sé stesso.
In una coppia non è indispensabile dirsi tutto. Questo non significa non essere leali, oppure tradirsi a vicenda. È un segno di rispetto e di intelligenza, nella certezza che l’ossessiva e pervasiva ricerca della verità non è una strada che porta sempre all’amore. Talvolta è preferibile la scorciatoia di un sentiero nel quale la verità viene arrotondata, per evitare il suo impatto devastante.
Le coppie aperte non rappresentano un antidoto al tradimento. Non è che istituzionalizzando il tradimento, e rendendolo un meccanismo vitale della coppia, si possa ridurre o persino azzerare il rischio del tradimento. In questo senso è un rimedio peggiore del male, in quanto snatura alla radice il patto fiduciario che lega due persone capaci di amarsi. Meglio definire le cose per ciò che sono: le coppie aperte rappresentano un gioco a sfondo sessuale, neanche troppo originale. Nulla di più.
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