I trasporti pubblici in Italia sono nel caos. Quasi la metà delle aziende pubbliche chiude i bilanci in rosso, alcune falliscono, e un cittadino su cinque non paga il biglietto. Intanto, procede a passo di lumaca la privatizzazione del servizio, pure prevista dalla legge, che viene ostacolata in tutte le maniere. Un caso per tutti è quello dell’Eav Bus, la società pubblica della regione Campania che gestisce buona parte del trasporto su gomma di Napoli e provincia, fallita sotto una montagna di debiti, e finita nelle mani di un curatore fallimentare che dovrebbe guidare la privatizzazione del servizio. Dopo l’ennesima asta, il giudice fallimentare ha aperto le buste con le offerte scoprendo, ancora una volta, che la proposta migliore è quella di una società privata, la CLP di Caserta che ha messo sul tavolo oltre 1 milione di euro.
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Ma la partita non è chiusa. Dall’offerta,infatti, resta esclusa la garanzia di coprire con un assegno di 40 milioni di euro i tfr dei 1.200 dipendenti di Eav Bus. E il motivo è ovvio: nessun privato si sognerebbe mai di investire una cifra simile per l’affitto di un ramo d’azienda che durerà meno di un anno, in attesa dell’assegnazione definitiva del servizio attraverso una gara, come previsto dalla legge nazionale per la privatizzazione e la liberalizzazione del trasporto locale.
Di fronte alla legge dei numeri e del mercato, la regione ha pensato bene di alzare il tiro. Da un lato annuncia di tornare in gioco promettendo, pur di conservare il servizio con una sua controllata, di coprire il costo del tfr con una rocambolesca partita di giro: l’Eav Bus vanta un credito dalla Eav holding, la capogruppo regionale, di venti milioni di euro che sarebbero versati per coprire il pagamento delle liquidazioni. E gli altri venti milioni? Mistero.
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Dall’altro versante, la regione per tagliare la testa al toro ha deciso di revocare il contratto di servizio all’Eav bus qualora ci fosse l’affidamento alla società CLP, quella della migliore offerta economica. Così il giudice fallimentare ha deciso di prendersi una pausa di riflessione, rimandando a martedì prossimo la decisione finale. Di fronte a un quadro così opaco e contraddittorio, abbiamo un sospetto e una certezza. Il sospetto è che la regione, stretta con il cappio al collo delle pressioni politiche e dei veti sindacali, non ha alcuna intenzione di rinunciare al totale controllo della Eav Bus e del relativo servizio. Più che a una parziale privatizzazione stiamo assistendo a una blindatura da parte del dominus pubblico, che approfitta delle maglie larghe di un bando di gara fatto e scritto
letteralmente con i piedi.
Quanto alla certezza, siamo convinti che l’unico interesse non tutelato finora in questa incredibile vicenda è quello dei cittadini. A loro importa poco chi vince la gara, ma gradirebbero, come in un qualsiasi paese civile, un servizio di autobus efficiente, con mezzi in ordine e puntuali, con un personale adeguato e senza l’incertezza quotidiana di qualche sciopero selvaggio. Ma questo in Campania sembra impossibile. E intanto, tra un rinvio e un rilancio, mercoledì prossimo sarà l’ultimo giorno nel quale gli autobus dell’Eav Bus circoleranno secondo un regolare affidamento da parte della regione. Un minuto dopo i cittadini andranno a piedi.
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