Truffe romantiche sul web, quando l’amore nasconde l’inganno. Sempre di più le donne che ci cascano

La Polizia Postale lancia l'allarme: nell'ultimo anno quasi 400 casi. Ci si rimettono quasi 50mila euro a testa che finiscono nelle mani di racket esteri. Almeno 2.000 italiane sono state ingannate da falsi partner sui social, vittime di una manipolazione simile a quella delle sette. Ma difendersi si può, ecco qualche consiglio

truffe romantiche

Un semplice click del mouse permette di connetterci a persone di tutto il mondo, stringere amicizia con uomini e donne, ragazzi e ragazze che condividono i nostri interessi. A volte, da due parole scambiate online nascono amicizie durature, o, perché no, storie d’amore. Grazie a un sondaggio ospitato dalle pagine dell’Economist scopriamo che più di un terzo dei matrimoni negli Stati Uniti, ad esempio, è frutto di un incontro nato online. Ma anche nel nostro paese sono sempre di più gli uomini e le donne che si rivolgono ai social network o alle app per fare nuove conoscenze in ottica amorosa. L‘online dating, così si chiama il fenomeno degli appuntamenti nati a seguito di una chiacchierata in chat, pare abbia avuto come risultato, in Nord America ma anche in Cina, quello di portare a coppie più solide e durature in quanto già improntate sulla condivisione di interessi comuni. Ma che succede quando dietro il monitor si celano pericoli?

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TRUFFE ROMANTICHE

Poche righe scritte su un social, una foto affascinante, modi di fare seduttivi, educati, gentili e piacevoli, un bell’aspetto. Ci si conosce in chat dopo una richiesta di amicizia, mano a mano, complici interessi e gusti in comune, la conoscenza si intensifica. Il lui o la lei dietro il monitor sembrano essere quelli giusti, sono premurosi, attenti, sempre presenti, corteggiano con grande intensità, sono sempre lontani a livello geografico e hanno spessissimo mestieri pericolosi, che li portano a viaggiare, a non essere mai a casa, a rimandare o annullare qualsiasi richiesta di incontro reale.
Tanto basta a farci scattare il campanello d’allarme: dietro quelle foto nei riquadri dei social network, che sono sempre rubate a qualche ignaro o ignara malcapitata, non c’è il partner perfetto, ma vere e proprie bande di truffatori, che trasformano l’amore in una spirale distruttiva di ricatti, richieste di denaro, vergogna quando non vere e proprie minacce.

TRUFFE ROMANTICHE ONLINE

Le chiamano truffe sentimentali, tristemente salite alla ribalta della cronaca dopo il caso Prati-Caltagirone della primavera, e se pensiamo che esse non ci riguardino, dovremmo leggere e analizzare bene i dati messi a disposizione dalla Polizia di Stato, che sul mensile Polizia Moderna lanciano un allarme ben preciso: il numero dei raggiri  amorosi sul web  è in preoccupante crescita. Il fenomeno non guarda al portafoglio, e nemmeno all’istruzione della vittima. Negli ultimi tre anni sono stati 380 i casi trattati dalla polizia postale, di cui 279  donne e  101 uomini. Mediamente l’età delle vittime si aggira tra i 40 e i 60 anni, e a rimanerne coinvolte sono principalmente donne provenienti da ogni estrazione sociale: casalinghe, psicologhe, insegnanti, imprenditrici. 

Come si può immaginare, la percentuale di quante denunciano è ancora molto bassa, per via della vergogna di aver creduto all’amore nato su Facebook e di averci addirittura rimesso soldi.

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TRUFFE AMOROSE

Semplificando, i truffatori online giocano sul senso di solitudine e sulla fragilità a esso connessa per avere un primo gancio a cui fanno seguire il loro disegno criminale: attraggono le vittime con una tecnica manipolatoria detta “love bombing”, il bombardamento amoroso, che porta chi si trova al di là dello schermo a credere di aver trovato, rapidissimamente, l’amore della vita, quell’amore che riempie e appaga. Quindi inizia una girandola di messaggi, note vocali, cuoricini e parole d’amore con una intensità e una frequenza altissima, che lascia presto spazio a richieste di aiuto materiale ed economico, spesso per far fronte a spese improvvise dell’amato o dell’amata, tragedie sopraggiunte, imprevisti di varia natura e così via.

Gli uomini che truffano online si presentano quasi tutti come militari in servizio in Paesi in stato di guerra, raccontano alle vittime di essere vedovi o separati, di avere dei figli o sorelle malati, o di essere loro stessi gravemente malati. Così, la vittima, innamorata e cieca, nel vortice del sentimento, mette mano al portafoglio, inviando somme di denaro destinate a sparire nel giro di pochi giorni. Insieme all’amore della vita, naturalmente.

Le cifre sono ingenti, una forbice che va dai 50 ai 100mila euro, c’è chi addirittura, tra le vittime, ha ipotecato una casa o acceso mutui per farvi fronte. Soldi impossibili da recuperare, perché mentre si trova il coraggio di andare a denunciare i fatti, i soldi sono già stati depositati su conti esteri ghanesi o ivoriani e fatti sparire. Un tesoretto che finisce, tramite i servizi di money transfer, nelle mani dei racket che gestiscono falsi profili su Facebook e che le agenzie investigative internazionali localizzano soprattutto in Nigeria e Ghana.

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TRUFFE AMOROSE SUL WEB

Non solo donne. A cadere nella trappola di questi truffatori online ci sono anche gli uomini. Una delle ultime vittime italiane ci ha rimesso oltre 440mila euro: per un anno è stato convinto di essere “fidanzato” con Angela, una tedesca che voleva trasferirsi in Sicilia, con tanti problemi e tanto bisogno di soldi. La polizia di Catania, dopo la denuncia, ha scoperto che di Angela in giro ce ne erano ben 3, e che dietro all’avvenente fanciulla ci fossero due uomini e una donna. Non tedeschi, non in procinto di trasferirsi.

Ma è possibile difendersi dagli squali online? La risposta è sì, e la prima regola, di buonsenso, è stare sempre con la guardia alta, mai abbassarla. Prestiamo poi molta attenzione alla nazionalità del profilo che ci aggiunge sui social o inizia a seguirci: di fronte a richieste di amicizia di sconosciuti che sostengono di risiedere all’estero, è bene insospettirsi. Diffidiamo anche quando scopriamo quasi immediatamente di avere interessi comuni, è probabile che,  abbiano letteralmente studiato il nostro profilo. Attenzione anche alle foto: se troppo belli o troppo belle iniziamo a dubitare. Cerchiamo di verificare quanto più possibile, prima di raccontare dettagli privati, che il profilo Facebook dell’interlocutore sia autentico, magari con una ricerca veloce su Google. Esiste in rete un vero e proprio catalogo dei profili più usati, con foto rubate.

Se siamo invece già dentro a un meccanismo strano, ma vogliamo comunque spedire del denaro, almeno cerchiamo di limitare i danni: per inviare soldi, effettuiamo un bonifico internazionale. In caso cambiassimo idea, può essere revocato entro qualche giorno. Teniamo traccia di tutte le chat e dei pagamenti. Serviranno eventualmente a denunciare la truffa e cercare di riavere i soldi indietro.

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