Le cliniche italiane, convenzionate con il Sevizio sanitario nazionale, sono nel mirino della Guardia di Finanza. Una caccia agli sprechi a tutto campo, con un monitoraggio da Bolzano a Palermo. E i primi risultati sono davvero inquietanti. Al primo posto tra gli sprechi ci sono i finti ricoveri: visite ambulatoriali fatturate come day hospital, gonfiando così la spesa a carico delle Asl, e degenze fasulle anche quando il paziente poteva essere rapidamente dimesso. Poi gli interventi chirurgici truccati. Come nel caso di una Asl di Avellino, dove operazioni estetiche, nasi e seni rifatti, sono state fatte passare ( per ottenere il rimborso) come urgenti operazioni di chirurgia per “gravi malattie”.
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Ancora: gli acquisti inutili di cibo. E’ accaduto alla Colonia Hanseniana, a Bari: la Guardia di Finanza ha puntato le indagini su enormi acquisti di cibo (oltre due milioni di euro) che non servivano ai pazienti. Nel mirino è finita anche l’attività intramoenia, cioè la possibilità per i medici del servizio nazionale di fare visite private, girando alle Asl una quota della parcella. A Firenze, il primario dell’ospedale Careggi, Mario Dini, è stato arrestato con l’accusa di avere obbligato medici alle sue dipendenze di aiutarlo nell’attività privata utilizzando apparecchiature dell’ospedale. Per quanto riguarda i farmaci, un caso eclatante è stato scoperto a Torino, dove le gare per le forniture di medicinali nelle cliniche convenzionate erano pilotate con un enorme danno per la casse pubbliche.
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