Trump e il clima: le sue balle da sfatare

Qualcuno ha ancora voglia di negare la fondatezza delle ricerche scientifiche? Trump ci prova, ma le sue dichiarazioni sono mera propaganda. Il suo obiettivo ha radici piantate in interessi ben precisi.

Donald Trump e il clima, accordi di Parigi
Su Donald Trump e il clima, con il suo repertorio di inquietanti battute, insieme alla crisi climatica e ai problemi ambientali, si potrebbe scrivere un libro. Anzi, un’enciclopedia. In fondo è lui il vero leader planetario dei negazionisti, e non si tratta di una scelta causale. Attraverso questo linguaggio Trump è riuscito ad arrivare alla Casa Bianca, intercettando gli umori dell’America profonda, dove le questioni ambientali e la crisi climatica sono ancora considerate un’esagerazione dei media, dei radical chic, e di chi sulla sostenibilità fa affari.

TRUMP E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

L’America profonda, e questo Trump lo ha capito benissimo, ha altri problemi. Redditi bassi, posti di lavoro a rischio, emergenze sanitarie e finanziarie, con i debiti non sempre sostenibili. L’America profonda vuole soldi e lavoro, e considera la difesa dell’ambiente un ostacolo per entrambe le cose.
Facendo leva su una propaganda politica legata ad interessi e a false promesse, l’ex presidente degli Stati Uniti d’America ha costruito una narrazione svincolata dalla comunità scientifica e persino in grado di contrastare e sminuire le ricerche condotte dagli esperti. La pancia che prende il sopravvento sulla ragione. E come per altri Paesi dell’occidente, le fake news sono diventate il pane quotidiano.
Eppure, i segni di un cambiamento repentino e incalzante sono avanti agli occhi di tutti. L’emergenza climatica è una questione che non può attendere, e che non attenderà. Negli ultimi anni si sono fatti registrare valori di inquinamento, smog e concentrazione di gas serra nell’atmosfera oltre ogni soglia.
Il livello di gas inquinanti immesso nell’atmosfera infatti è continuato a crescere esponenzialmente negli ultimi decenni. E oggi sappiamo anche che l’anidride carbonica è aumentata del 150 per cento circa, il protossido di azoto del 123 per cento e il metano più del 259 per cento rispetto ai livelli preindustriali.

Maggiori sono le parti di C02 che costituiscono l’atmosfera, peggiore sarà l’impatto che questo avrà sul pianeta. In particolar modo, i gas serra contribuiscono alla formazione di fenomeni sempre più catastrofici e talvolta incontrollabili.

Inondazioni, crisi idriche e siccità, sempre più specie a rischio estinzione, ma anche dissesti idrologici, sono eventi reali che si ripeteranno con maggior frequenza e intensità. E purtroppo è solo il principio di un cambiamento che non può essere invertito.

Per questa ragione, le sparate di Trump, dunque, vanno lette e ben interpretate. Anche per capire il significato e la forza seduttiva.

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SE GLI OCEANI SI ALZANO AVREMO PIÙ CASE VISTA MARE

Sembra una battuta cinica, ma Trump conosce bene i suoi polli sa come sedurli con battute che sconfinano nella volgarità. L’ex presidente americano ha sempre negato sia la crisi climatica, sia il mutamento degli oceani, che rappresenta invece un segnale evidente di questa crisi. E ne approfitta, nel corso di un comizio repubblicano in Alaska, per aizzare i suoi sostenitori contro chiunque metta in dubbio le sue convinzioni. Tanto, sembra voler dire, male che vada, il panorama sarà più bello.

IL RISCALDAMENTO CLIMATICO È UN’ INVENZIONE CINESE CREATA PER RENDERE  MENO COMPETITIVA LA MANIFATTURA AMERICANA

Il cavallo di battaglia, America First, viene utilizzato come un tormentone, anche quando non vi è alcun nesso logico. Giocando sulle paure e i bisogni dei cittadini statunitensi, l’ex presidente ha dato il via ad una propaganda subdola in cui, demonizzava la Cina, un’ oscura tessitrice che da dietro le quinte metteva in atto un capolavoro degno dei più grandi registi: creare il cambiamento climatico per attaccare il popolo americano.

Donald Trump clima e cambiamento climatico

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SI CONGELA A NEW YORK – DOVE DIAMINE È IL RISCALDAMENTO GLOBALE?

In questo caso, in piena propaganda politica, il 45esimo presidente degli Stati Uniti si diletta nel lanciare un’esca per sminuire le fonti a favore del cambiamento climatico. Convince con argomenti scialbi, senza fondamento, facendo notare, davanti ad una considerevole platea, che a New York stesse facendo ancora freddo. In pieno inverno.

Il festival dell’ovvietà scende in campo come solo pochi sanno fare. E il problema risiede alla radice. La sua astuzia, capace di travisare ogni messaggio, va a toccare quegli argomenti più sentiti dai cittadini, in grado di offuscare le menti e quindi accaparrare una manciata di voti in più.

DOBBIAMO RIFIUTARE I PERENNI PROFETI DI SVENTURA E LE LORO PREDIZIONI DI UN’APOCALISSE

L’approccio anti-scientifico qui diventa marcato. Il cambiamento climatico diventa non più un’invenzione cinese, ma una predizione sciamanica. I recenti avvenimenti come disastri ambientali e catastrofi naturali sono solo visioni mistiche. Ed ecco che l’attenzione viene ancora spostata verso l’esterno, allontanando l’occhio dai fatti reali.

HA FATTO FREDDO PER COSÌ TANTO TEMPO CHE I TRUFFATORI DEL RISCALDAMENTO GLOBALE SONO STATI COSTRETTI A CAMBIARE IL NOME IN CAMBIAMENTO CLIMATICO

Trump e il clima sono come una barzelletta raccontata male. Costruisce racconti in vista di particolari eventi e cerca di sembrare più o meno in linea con la narrazione che ha bisogno di seguire.

L’obiettivo è chiaro: schernire quella che considerata come l’elite del Paese per arrivare ad un determinato pubblico in maniera diretta. Il gioco consiste nel opporre due versioni e creare un contrasto, anche senza fondamenti. Un approccio pericoloso e che non tiene conto di eventuali risvolti dannosi.

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VOGLIO L’ACQUA PIÙ PULITA SUL PIANETA. VOGLIO L’ARIA PIÙ PULITA OVUNQUE

Se la destinazione da raggiungere è il consenso, talvolta travisare può anche portare più vicini all’opposizione. Senza mai sforare il limite di demarcazione. E poi diciamocelo, chi vorrebbe vivere con acqua inquinata e aria irrespirabile?

Peccato che sia proprio Trump in genere a remare contro le iniziative pro ambiente. Specie quando ha deciso di abbandonare gli Accordi di Parigi sul clima. Mentre l’inquinamento tocca le soglie più letali sia per il pianeta sia per la salute dell’uomo.

NON CREDO SIA UNA BUFALA, CREDO ESISTA UN CAMBIAMENTO. MA NON SO SE SIA DOVUTO DALL’UOMO

Il re del trasformismo, Trump è come un abile giocatore di poker che conosce quale faccia mostrare, sempre con le carte giuste pronte per essere giocate. Si distacca a piacimento e ritorna indietro sui suoi passi in un’altra dichiarazione.

Secondo il direttore esecutivo del Programma di Diritto Ambientale di Harward, Joseph Goffman, in realtà il signor Trump non ha affatto alcuna idea riguardo al cambiamento climatico. È semplicemente un nichilista del clima. Le sue opinioni sono lo specchio delle sue mere intenzioni politiche. L’aspetto morale della questione non merita rispetto probabilmente ed è totalmente soggiogata.

GLI IMPERFETTI ACCORDI DI PARIGI SUL CLIMA PROTEGGONO I RESPONSABILI DELL’INQUINAMENTO, DANNEGGIANO GLI AMERICANI E COSTANO UNA FORTUNA

Not on my watch! ossia, non sotto il mio mandato. È così che Trump e il clima fondono in un cocktail di straordinaria inconsistenza. Gli Accordi di Parigi vengono boicottati ed etichettati come un danno e un grave problema per i cittadini degli Stati Uniti.

Fintanto che durante il World Economic Forum di Davos, presieduti anche dall’attivista scandinava Greta Thunberg, l’ex presidente sconvolge con la sua implausible affermazione sui perenni profeti di sciagure. I ricercatori e la comunità scientifica spaventano ed esagerano, a suo dire, alterando la percezione della realtà.

È del tutto probabile che Trump abbia avuto un qualche problema al nervo ottico che gli abbia impedito di notare come siccità e alluvioni stiano colpendo in maniera estrema il nostro pianeta.

Il Pakistan per oltre un terzo del territorio nazionale è andato sott’acqua. Con più di 3 milioni di sfollati. In Italia le precipitazioni stanno dimezzando di anno  in anno rispetto alla media. In Africa e in Asia i fenomeni di siccità sono in aumento e si stima che entro il 2040, nel mondo circa un bambino su 4 vivrà in condizioni con estrema carenza d’acqua. Ma siamo ancora qui a discuterne, non distante dal film Don’t Look Up, di Adam Mckay, dove in maniera paradossale si giunge alla fine del mondo senza alzare un dito per tentare di cambiare l’esito finale.

TRUMP E IL CLIMA: NON CI CREDO

È una delle affermazioni che per prima aveva contraddistinto uno dei maggiori promotori del negazionismo climatico. Concludiamo quindi così questo dibattito campato in aria dove l’opinione sembra sovrastare i contenuti. La scienza è messa in discussione dal nulla cosmico e la ragione diventa un torneo di bocce al parco.

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