Se non sarà invertita la tendenza, nel 2020 i cittadini di 27 Paesi dell’Unione europea (Cipro esclusa) produrranno 558 chili di rifiuti a testa all’anno. Per l’Italia sarebbe una buona notizia, visto che secondo l’Istat già oggi ne produciamo 609,5 kg pro capite, secondo gli Indicatori ambientali urbani del 2010. Il dato europeo è contenuto nel più recente rapporto dell’agenzia Ue per l’Ambiente. Secondo l’agenzia comunitaria, infatti, la quantità di rifiuti prodotti in Europa continua a crescere in maniera costante. Il volume medio di immondizia generato da ogni singolo cittadino Ue era di 468 kg nel 1995, salito poi a quota 524 kg nel 2008. Se, al posto di essere riciclati, i rifiuti continueranno a essere avviati in discarica, ciò pone inoltre una seria minaccia alla lotta alla diminuzione delle emissioni di gas serra, in particolare metano e anidride carbonica.
PIÙ COMPOST E BIOGAS – Il divieto assoluto di impiegare discariche di rifiuti urbani taglierebbe 78 milioni di tonnellate equivalenti di emissioni di CO2 nel 2020 rispetto al 2008, pari all’1,53%. Il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla direttiva Ue sulle discariche potrebbe portare a ridurre le emissioni di 62 milioni di tonnellate di anidride carbonica, cioè l’1,23% del totale delle emissioni di gas serra degli Stati membri del 2008. La diminuzione del conferimento in discarica avvenuto tra il 1995 e il 2008 (dal 68% al 40%) nei Paesi Ue oltre che in Norvegia e Svizzera, ha già tagliato 48 milioni di tonnellate di CO2. A rappresentare la frazione più grande dei rifiuti solidi urbani nella maggior parte dei paesi Ue sono gli avanzi di cucina e i rifiuti del giardinaggio. Secondo l’agenzia europea occorre incentivare il compostaggio e la produzione di energia con biogas.
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