ULIVI A RISCHIO IN PUGLIA –
Il rischio per i nostri ulivi è altissimo. L’allarme, come sappiamo, arriva dalla Puglia dove sono concentrati il 33 per cento dei 180 milioni di alberi piantati in Italia. Un terribile batterio, la Xylella, li attacca e li secca. Come è arrivato da queste parti? Le ipotesi sono due: durante un workshop dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari furono ammesse, per ragioni sperimentali, piante malate; oppure l’acquisto dall’Olanda di qualche pianta infetta da parte degli importatori di Gallipoli dove si sono verificati i primi focolai.
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DANNI ECONOMICI E AMBIENTALI TAGLIO ULIVI –
In condizioni climatiche favorevoli l’ulivo può vivere millenni, e il danno della distruzione delle piante in Puglia è enorme, sia dal punto di vista ambientale sia per questioni economiche. In Italia, infatti, le aziende agricole producono 5 milioni di quintali di olio, dei quali i due terzi extravergine: siamo di fronte a un’eccellenza che potrebbe essere aggredita dalla concorrenza dell’olio spagnolo, greco e portoghese. Tutti di qualità inferiore all’olio made in Italy.
L’ULIVO NELLA STORIA –
L’ulivo, infine, ci rimanda alla nostra storia e alle nostre origini. Nell’antica Sparta era considerata una pianta sacra al punto che chiunque fosse sorpreso a danneggiarla veniva punito con l’esilio. Gli spartani, durante il saccheggio di Atene decisero appunto di risparmiare proprio le piante di ulivi per evitare la vendetta degli dei. E veniva da un albero di ulivo il letto che Ulisse costruì per sé e per Penelope, simbolo di un amore duraturo.
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