Un aeroporto fantasma e 50 milioni sprecati

Un gran volare di carte giudiziarie, lavori in corso da quattro anni, problemi ambientali, costi esorbitanti e neanche l’ombra di un aereo. L’ennesimo spreco di denaro pubblico questa volta coinvolge l’aeroporto “Corrado Gex” di Aosta i cui lavori di ammodernamento sono iniziati nel 2008 ma non si sa ancora quando si concluderanno. Un riammodernamento fortemente […]

Un gran volare di carte giudiziarie, lavori in corso da quattro anni, problemi ambientali, costi esorbitanti e neanche l’ombra di un aereo. L’ennesimo spreco di denaro pubblico questa volta coinvolge l’aeroporto “Corrado Gex” di Aosta i cui lavori di ammodernamento sono iniziati nel 2008 ma non si sa ancora quando si concluderanno.

Un riammodernamento fortemente voluto dai politici locali che, da più di quattro legislature non badano a spese pur di avere un aeroporto commerciale da cui poter raggiungere facilmente Roma. Si, perché tutto è cominciato dalla necessità di portare i consiglieri regionali nella Capitale: “inizialmente si usava un aeroplano da otto posti poi hanno pensato di creare un servizio di livello commerciale, con un aereo da trenta posti che non si riempiva mai e che la Regione pagava vuoto per pieno”, come spiega Paolo Meneghini, ingegnere aeronautico, pilota professionista ed ex presidente dell’Aeroclub di Aosta. Fino a quel momento, inoltre, il piccolo scalo era stato un’attrazione per gli appassionati di volo ad alta quota. “Prima di trasformarlo in aeroporto commerciale – continua Meneghini – il ‘Corrado Gex’ richiamava ogni anno piloti da tutta Europa. Hanno sprecato questa esclusività per cercare di fare diventare l’aeroporto quello che non può essere”.

E quello che il “Corrado Gex” non può essere è prima di tutto un aeroporto sicuro. L’amministrazione regionale, infatti, pur di accaparrarsi il costoso giocattolo non solo non ha badato a spese ma non ha mai fatto un passo indietro neanche di fronte alle continue raffiche di vento e alla presenza delle montagne che fanno sì che nessun volo charter possa decidere di atterrare ad Aosta senza avere un aereo adatto e un equipaggio appositamente addestrato. D’altronde, come indicato, inoltre, nel piano nazionale degli aeroporti elaborato per conto del governo Monti, quello di Aosta si configura come un “aeroporto a servizio del territorio e del turismo locale”.

Dal 1991, anno in cui si è deciso di far crescere l’aeroporto, la pista è stata rifatta tre volte, l’illuminazione e la recinzione ben due volte. L’ultimo progetto del 2008, invece, ha previsto la realizzazione del piazzale aeromobili, del parcheggio e della nuova aerostazione che, una volta ultimata, misurerà complessivamente 2744 metri. Il tutto alla modica cifra di 26 milioni di euro a cui sono da aggiungere i costi pagati annualmente ad Avda, la società di gestione dell’aeroporto, i 3,5 milioni che nel prossimo futuro andranno a chi realizzerà il volo Aosta- Roma e i 3 milioni di euro che saranno necessari per pagare i 70 vigili del fuoco che dovranno essere impiegati nello scalo commerciale.

Circa 50 milioni di euro, quindi, per un aeroporto che non si sa se funzionerà mai mentre la maggioranza dei 120 mila abitanti della Valle continuerà a servirsi del vicino e più comodo aeroporto di Torino.

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