Una radio in valigia: progetto itinerante ed ecologico dell’agenzia Amisnet

Itinerante, compatta, leggera: sarà costruita con materali di riuso e coinvolgendo realtà che lavorano in modo sostenibile. L'involucro sarà ideato insieme ad Officine Zero, la fabbrica romana riconvertita in centro di riciclo e riuso, i microfoni saranno quelli riparati e modificati dal laboratorio di microfoni artigianali Braingasm

una radio in valigia

UNA RADIO IN VALIGIA –

L’agenzia Amisnet sta costruendo una radio che entrerà in una valigia. O meglio, dentro uno zaino, che può allo stesso tempo diventare sacca per la bici o essere agganciato ad un apposito carrello della spesa. “Una radio in valigia” è il progetto di una radio itinerante compatta e leggera, capace di far germogliare il seme della comunicazione ovunque la si voglia portare. Che si tratti di un mercatino contadino o di una baraccopoli in mezzo alla città, o ancora di un vagone di treno o di un centro commerciale, la radio in valigia può essere montata rapidamente e, anche se il luogo è angusto e ristretto, aprire insospettabili spazi di comunicazione e informazione.

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La valigia si apre e la tavola è apparecchiata con un set da trasporto di mixer, microfoni e cuffie, un pc pronto per la registrazione/trasmissione e un telefono per collegamenti e interviste con l’esterno. Lo studio mobile sarà collegato ad un pannello solare con relativo sistema elettrico per l’autosufficienza energetica.
‘Una radio in valigia” vuole essere uno strumento per la costruzione di un giornalismo partecipato, immaginato e realizzato insieme alle persone. Per realizzare questo progetto Amisnet cerca sostenitori tramite produzionidalbasso.com. Informazioni più dettagliate si possono trovare su Facebook o sul sito internet dell’agenzia.

Ideata con il sostegno del Wwoof Italia, associazione da sempre sensibile ai temi dell’ambiente, la radio in valigia sarà costruita con materali di riuso e coinvolgendo realtà che lavorano in modo sostenibile. L’involucro sarà ideato insieme ad Officine Zero, la fabbrica romana riconvertita in centro di riciclo e riuso, i microfoni saranno quelli riparati e modificati dal laboratorio di microfoni artigianali Braingasm, e per l’informatica si farà ricorso alle doti di Reware, cooperativa che si occupa del recupero di materiale elettronico.

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