MENTRE ci interroghiamo, senza una risposta e tra mille dubbi, sui cattivi modelli di comportamenti che spingono migliaia di ragazzi all’uso facile del coltello, vale la pena dare uno sguardo all’eclissi delle buone abitudini domestiche. Per esempio, al pranzo in famiglia. Quando genitori e figli conversano a ruota libera, scambiandosi pezzi di intimita’, e quando i primi provano a trasferire ai secondi qualche regola sugli stili di vita. il momento delle confidenze, del “che cosa hai fatto a scuola”, ma anche di un suggerimento, o di un’indicazione, che scivolano lisci tra un piatto e l’altro. Bene: il pranzo in famiglia e’ stato cancellato tra gli appuntamenti degli italiani, che pure sono un popolo molto tradizionalista quando si tratta di cucina. Gli adulti sono quasi sempre impegnati, ingoiano un panino nella pausa o hanno un impegno di lavoro, e i giovani considerano l’incontro casalingo, a tavola, come un semplice “spreco di tempo”. Resiste, unica eccezione in questo panorama di vite separate, il pranzo domenicale, una vecchia consuetudine alla quale sono ancora affezionate il 52 per cento delle famiglie. La domenica a casa, pero’, non convince gli under 25 che preferiscono l’incontro con gli amici, lontano dalle mura domestiche. Eppure mangiare a casa, insieme con la famiglia, fa bene. Migliora i rapporti tra genitori e figli, favorisce la reciproca conoscenza. Rasserena. E puo’ essere perfino determinante per imparare a mangiare correttamente, a nutrirsi secondo i canoni di quelle diete che sono ormai universalmente considerate piu’ sane. Una recente ricerca pubblicata dal “Journal of Nutrion Education and Behavior”, condotta su un campione di 800 ragazzi e ragazze tra i 12 e i 21 anni, ha dimostrato per esempio che chi mangia a casa con una certa frequenza, assieme ai familiari, ha una dieta piu’ corretta di chi pranza a scuola o con gli amici, e si sottrae cosi’ ai rischi dell’obesita’. Dice Laura Rossi, ricercatrice dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione: Quando i bambini e i ragazzi mangiano in famiglia imparano come alimentarsi, e acquisiscono un “imprinting” che durera’ per il resto della loro vita. Sono abitudini poi difficilissime da cambiare. E forse, con un pranzo in famiglia, tra un raccomandazione a mangiare piu’ frutta e verdura e un rimprovero a non alzare i gomiti, c’e’ anche il tempo di insegnare ai giovani a usare i coltelli soltanto a tavola.
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