Partite da qualche dato e scolpitelo in testa. Un mozzicone di sigarette: circa 5 anni. Una buccia di banana: due anni. Un accendino: da 100 a 1000 anni. Un fazzoletto di carta: non meno di tre mesi. Sono solo alcuni esempi dei tempi di smaltimento di oggetti che, molto frequentemente, vengono abbandonati sulle spiagge. Un gesto di inciviltà, e uno spreco enorme, per tutti, e non solo per l’ambiente che ci circonda. Uno spreco che possiamo evitare partendo dalle cose più semplici, quelle che può fare ciascuno di noi.
Indice degli argomenti
Plastica
Facciamo attenzione anche a non farla andare in acqua. La plastica impiega molto tempo per essere smaltita dall’ambiente. Inoltre, ed è il motivo principale per non lasciare rifiuti in plastica sulla spiaggia, gli animali potrebbero scambiare i sacchetti o i tappi delle bottiglie per cibo e ingerirli. Questo potrebbe causarne la morte per soffocamento.
Cicche di sigarette
I fumatori devono sapere che la cicca di una sola sigaretta inquina 1 mq di spiaggia. Se, inoltre, si dimentica l’accendino sulla sabbia, questo impiega più di 100 anni per essere smaltito dall’ambiente. Portare un posacenere o un contenitore dove riporre le cicche potrebbe essere una buona soluzione.
Creme solari
Le creme solari, per quanto siano utili nella loro azione di protezione dai raggi solari, sono dannose per l’ecosistema marino. Questo perchè si disciolgono nell’acqua quando facciamo il bagno. Cerchiamo di scegliere creme solari con un buon inci e non mettiamo la crema subito prima di fare il bagno.
Docce ecosostenibili
Quando facciamo la doccia sulla spiaggia non utilizziamo shampoo e bagnoschiuma che potrebbero contenere sostanze inquinanti. Basta l’acqua dolce per eliminare il sale dalla pelle.
Falò in spiaggia
Una abitudine molto diffusa è quella di arrostire carni e verdure sulla sabbia. Molto spesso dietro alla spiaggia si trova una pineta. Cerchiamo di rispettare l’ambiente circostante.
Souvenir
Conchiglie, granelli di sabbia, paguri. Meglio lasciare dove si trovano tutti gli animali e i vegetali che troviamo: fanno parte dell’ecosistema.
Gita in barca
Se fate una gita in barca rispettate le regole e non arrivate col motore acceso sulla battigia. Informatevi prima sui regolamenti vigenti in materia di natanti.
Urla
Non urlate, non accendete musica a tutto volume e cercate di essere rispettosi ed educati. Accanto alle spiagge vivono uccelli e specie spesso protette che potrebbero essere disturbate dai vostri schiamazzi.
Non pescare
La pesca sulla riva è proibita e molte pratiche di pesca subacqua o a strascico sono assolutamente fuori legge. Informatevi prma di immergervi.
Animali domestici
Se avete animali ricordate che su molte spiagge non possono essere condotti al di fuori di aree prestabilite. Chiedete sempre prima di avventurarvi con gli amici a 4 zampe sui lidi. Inoltre ricordate di portare con voi gli appositi strumenti di raccolta delle feci.
Spiagge sporche
Se leggete lo studio che la Commissione europea ha commissionato alla società Arcadis, per capire chi e come sporca mare e spiagge del Mediterraneo, farete alcune scoperte molto interessanti. La prima: a differenza degli Oceani, insozzati dall’immondizia che arriva da Asia e Africa, nel Mediterraneo i rifiuti sulle spiagge li produciamo noi. Non arrivano da lontano, ma dalle nostre mani di residenti di una determinata zona o di turisti. Persone incivili, in entrambi i casi.
Inquinamento spiagge
Seconda scoperta interessante: a fronte di una cifra mostruosa, uno spreco davvero abnorme, 701 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, al primo posto degli oggetti abbandonati sulle spiagge, destinati poi a finire a mare, ci sono le vaschette per alimenti e le stoviglie di plastica (17 per cento). Usiamo la spiaggia come una tavola calda, senza neanche curarci di uno sforzo minimo: prendere una vaschetta e infilarla in un cestino della spazzatura. Purtroppo, il coronavirus ha congelato l’intero percorso di uscita dalla plastica, specie per questo tipo di prodotti legati ai consumi alimentari, e dunque dobbiamo solo augurarci che ci sarà maggiore attenzione nell’anno delle vacanze «tutti in Italia».
Rifiuti
Terza scoperta: dopo le vaschette e le stoviglie di plastica ci sono, nell’ordine, filtri di sigarette (14 per cento), tappi (14 per cento), sacchetti (5 per cento) e bastoncini cotonati (5 per cento). A questo punto vi diamo un consiglio utile se vi capita di incontrare un inquinatore del mare. Immaginiamo un tizio che prende un mozzicone di sigaretta e lo infila nella sabbia. Avvicinatelo, e con garbo e fategli la seguente domanda: «Scusi, ma lei questo gesto lo farebbe anche a casa sua?».
Spiagge sporche di plastica
Dalle statistiche emerge in modo chiaro che le nostre spiagge sono sporche innanzitutto di plastica, quella che dovremmo usare sempre meno e smaltire sempre meglio per consentirne il riuso. Al danno ambientale si somma lo spreco economico: in Europa ogni anno, mediamente, si spendono oltre 400 milioni di euro per ripulire le spiagge dai vari rifiuti abbandonati dai vacanzieri. E nonostante norme, direttive, multe, non possiamo che fare appello sul nostro senso civico, senza il quale non vedremo mai mari e spiagge più pulite.
Quali sono le spiagge più inquinate d’Italia?
In ogni regione ci sono spiagge più inquinate di altre, dove la quantità dei rifiuti è maggiore. E dove aumentano, per i frequentatori, i rischi ambientali. Legambiente ha fatto un buon lavoro di ricognizione sul campo, e qui trovate i risultati delle spiagge più inquinate d’Italia, regione per regione.
Leggi anche:
- Il pensionato Ulisse sulla spiaggia in Sardegna: blocca gli incivili e raccoglie i rifiuti (foto e video)
- La bella iniziativa di un pensionato siciliano per liberare la spiaggia dai mozziconi di sigaretta
- Spiagge smoke free, le più belle in Italia. In testa c’è Capaci: non si fuma in tutto il litorale
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.