Sono le migliori vacanze estive. A settembre, per chi può permetterselo, i vantaggi sono enormi: tutto costa meno, i posti sono meno affollati, i viaggi meno a rischio. E gli abitanti delle località turistiche sono più cordiali e rilassati.
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VACANZE A SETTEMBRE
Circa quattro milioni e mezzo di italiani scelgono il mese di settembre per andare in vacanza. È lo stesso meccanismo della spesa, in base al quale gli italiani inseguono il low cost, cercando di non rinunciare alla qualità, e sono pronti a cogliere qualsiasi opportunità che si traduca in una riduzione delle spese. È la nostra atavica capacità di adattamento, una delle migliori risorse di un popolo flessibile per definizione, che scatta ogni volta che bisogna affrontare una necessità, un cambiamento. Sfuma così la cartolina dell’esodo biblico durante il mese di agosto, quando si svuotavano le città e si riempivano le spiagge, e una sorta di nuova razionalità orienta la scelta del periodo di vacanze. Se ieri a settembre si tornava tutti insieme, scervellandosi per individuare l’orario più intelligente per evitare il traffico, oggi si parte, selezionando i viaggi più convenienti e le migliori offerte sul mercato del turismo.
MENO VACANZE
Lo spostamento in avanti del calendario è solo l’ultimo anello di una catena di modifiche dell’atteggiamento degli italiani in versione vacanzieri. Il Touring Club ha scattato una fotografia piuttosto completa di questa metamorfosi. A parte gli otto milioni di cittadini che non si muovono da casa, si è ridotto drasticamente il periodo delle ferie, sono state tagliate le spese estive ed è sempre più valorizzata la destinazione Italia. Mediamente, le nostre vacanze non durano più di 13 giorni consecutivi; il 60 per cento dei vacanzieri ha diminuito i costi, dal soggiorno ai ristoranti, dallo shopping alle discoteche; il 75 per cento ha preferito le mete interne. Un mutamento copernicano. Dopo gli anni del boom economico, appena conquistato il benessere con gli status symbol dell’auto e della lavatrice, l’italiano medio si sentiva felice e realizzato con le vacanze lunghe, da giugno a settembre. La chiusura delle scuole e la stagione al mare o in montagna si sovrapponevano, e l’unico pendolare della famiglia in vacanza era il padre che certo non poteva consentirsi tre mesi di riposo. Nelle lunghe vacanze si spendeva tanto, e largheggiare nei conti di alberghi e ristoranti rappresentava l’approccio a un lusso fino a quel momento sconosciuto. L’Italia, infine, piaceva meno ed eravamo coccolati dai grandi tour operator di mezzo mondo per la nostra passione di un viaggio estivo ai Caraibi o alle isole Seychelles, mentre quest’anno soltanto negli agriturismi e nei parchi nazionali abbiamo speso qualcosa come 11 miliardi di euro.
PERCHÈ FARE LE VACANZE A SETTEMBRE?
- Tutto costa meno. Basta dare uno sguardo ai listini dei prezzi negli alberghi, nelle pensioni e nei bad and breakfast. Ma anche al ristorante. I prezzi, rispetto ad agosto, crollano. Mentre aumentano promozioni e pacchetti “tutto compreso” particolarmente convenienti.
- Meno folla. Non esiste meta turistica al mondo che non sia decisamente meno cara, ma anche meno affollata a settembre rispetto ad agosto e luglio. Molte località arrivano persino a svuotarsi, e chi è in vacanza si sente decisamente a proprio agio.
- Torna la magia dei luoghi. Posti nei treni e negli aerei più facili da trovare.
- Meno code in auto.
- Spostamenti con meno rischi di inconvenienti.
- Abitanti locali più rilassati e più gentili.
- Temperature migliori. Settembre è un mese nel quale anche le temperature si abbassano, l’afa è meno ossessiva e in generale il clima è migliore. Queste condizioni atmosferiche così favorevoli continuano fino a ottobre, altro mese ideale per organizzare la propria vacanza.
- Mare più pulito e tranquillo.
- Possibilità di vivere di più la quotidianità dei luoghi visitati.
- E’ più facile andare al ristorante senza dover prenotare in largo anticipo.
DOVE ANDARE IN VACANZA A SETTEMBRE
Che vogliate rimanere in Italia, spostarvi in giro per altri paesi europei o raggiungere mete internazionali, la cosa buona è che i prezzi dei soggiorni a settembre sono molto più convenienti. E non è difficile imbattersi in offerte low cost. Vi consigliamo di consultare i siti di viaggi last minute per verificare le offerte disponibili.
BORGHI DA VISITARE A SETTEMBRE
Settembre è anche il mese ideale per andare in giro, in Italia, per i nostri incantevoli borghi. C’è solo l’imbarazzo della scelta e la combinazione che preferite, tra cultura, storia, mare, montagna e campagna. Ogni borgo è un tesoro, anche eno-gastronomico. per agevolare le vostre scelte, qui trovate i borghi più belli del Nord Italia, qui quelli del Centro Italia e qui quelli del Sud Italia.
VACANZE PIÙ BREVI
Nel nuovo profilo dell’Italia in vacanza resta però un interrogativo che torna a galla ogni volta che si misura la qualità della vita di una nazione: facciamo troppe ferie? Durante il governo di Mario Monti, il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, avanzò la proposta di tagliare una settimana di vacanze che avrebbe significato l’aumento di un punto di pil. E anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, tuonava contro l’abitudine dei “ponti” che si traducevano in perdite e costi per il sistema delle imprese. Ma a ben guardare i numeri, e senza considerare il fatto che durante le vacanze aumentano i consumi con un effetto virtuoso proprio sul pil, si scopre che il mito del lavoratore italiano vacanziero per eccellenza, è soltanto una leggenda, una favola senza fondamento nella realtà.
GLI ITALIANI FANNO TROPPE VACANZE?
Secondo i calcoli degli economisti del sito lavoce.info in Italia i dipendenti del settore privato lavorano 1.694 ore l’anno, 225 in più dei tedeschi, 153 dei francesi e 73 degli inglesi. Nelle nostre fabbriche, insomma, si lavora più della media europea, e siamo i più vicini alle statistiche degli stakanovisti americani che arrivano a 1.707 ore all’anno. Semmai, e questo è il nostro tallone di Achille, lavoriamo molto ma produciamo poco. Un dipendente italiano produce ricchezza pari a 36 euro l’ora lavorata, il 25 per cento in meno rispetto al collega tedesco. Ma la produttività non dipende certo dal periodo delle ferie, quanto da una serie di fattori che ingessano l’intero sistema produttivo italiano e lo rendono meno competitivo nei confronti della concorrenza.
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