Il modo migliore e più semplice per evitare lo spreco delle confezioni in plastica per contenere l’acqua? Sostituirle con le borracce ecologiche. Termiche e isolanti, oltre che non inquinanti, e dunque in grado di mantenere freschi i liquidi contenti. Semplice. La borraccia è indispensabile quando si fa sport, trekking, lunghe camminate, oppure in viaggio: ma è diventata molto di moda anche tra gli studenti. Nelle migliori università americane e inglesi, per esempio, le bottigliette di plastica sono vietate e tutti usano le borracce ecosostenibili.
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Borracce termiche senza plastica
- Borracce in acciaio inox. Rappresentano la scelta migliore per le buone prestazioni termiche e per il fatto che non alterano il sapore dell’acqua e dei liquidi che contengono. Sono resistenti al calore, lavabili e riciclabili.
- Borracce in alluminio. Leggere e riciclabili, hanno un solo inconveniente: all’interno c’è un rivestimento che deve essere sempre integro. Altrimenti l’acqua entra in contatto con l’alluminio e quindi non è più sicura e ha un sapore alterato.
- Borracce in vetro. Sicure, ecologiche riciclabili. Con qualche controindicazione: sono fragili e possono rompersi nello zaino, non mantengono la temperatura dell’acqua.
Peso e apertura
La borraccia ecologica, che potete usare anche per avere l’acqua sul comodino durante la notte, non deve essere né troppo pesante né troppo ingombrante. Altrimenti è scomoda. Le borracce ecologiche vanno da 250 ml (l’equivalente di un bicchiere abbondante di acqua) a 2 litri: la scelta va fatta sulla base delle esigenze previste e dello spazio disponibile dove mettere la borraccia. Il collo della borraccia non deve essere troppo grande (una misura idonea è tra i 2,4 e i 4 centimetri), per evitare perdite di acqua mentre si beve. La chiusura può essere a vite, oppure con un meccanismo apri-chiudi. Nel primo caso, per aprire la borraccia servono entrambe le mani; nel secondo caso basta una mano.
Come si lava
Per lavare la borraccia ecologica, verificate se è possibile l’uso della lavastoviglie. A mano, invece usate acqua calda e sapone per i piatti, magari quello fatto in casa. Dopo il lavaggio, la borraccia va sciacquata molto bene. Non siate ossessivi con i lavaggi con il sapone, e come ordinaria pulizia, dopo una gita o un uso quotidiano, può bastare sciacquare la borraccia con acqua fresca. Per una sanificazione, che potete prevedere una volta all’anno, immergete la borraccia nell’aceto e lasciatela per 10 minuti. Poi la sciacquate.
I vantaggi
L’uso delle borracce ecologiche presenta molti vantaggi. I più importanti sono questi:
- Sono sicuramente più igieniche e meno inquinanti dei contenitori di acqua in plastica PET.
- Non alterano il sapore dell’acqua o di altri liquidi.
- Sono molto resistenti, anche in caso di cadute.
- Non hanno il bisfenolo, una sostanza nociva presente in molti contenitori di plastica.
- Quando sono termiche, la bevanda calda resiste tale per 12 ore, quella fredda fino a 18 ore.
- Sono facili da trasportare.
- Consentono di usare l’acqua del rubinetto.
Le borracce ecologiche Made in Italy
Sapevate che la borraccia è Made In Italy? Non è tra le invenzioni più famose ed è difficile stabilire chi sia stato il primo in assoluto a idearla, tuttavia il brevetto è del 1851, depositato da Pietro Guglielminetti. Va detto che all’epoca la borraccia era in legno ed era destinata in particolare ai soldati; l’accessorio ebbe successo e la produzione fu commissionata dagli eserciti di numerosi Paesi (Regno Unito, Francia, Russia, Argentina), un’origine poco nota per un oggetto di uso quotidiano che oggi permette di evitare sprechi. Per capire di cosa parliamo dal punto di vista economico, basti sapere che il valore di mercato delle bottiglie riutilizzabili per l’acqua (quindi di diversi tipi di materiale) è stato stimato attorno agli 8,1 miliardi di dollari e che crescerà del 3,9% nei prossimi 5 anni. Non è poco, per un oggetto che si usava in trincea!
Dove riempire le borracce ecologiche
Per riempire d’acqua le borracce oggi non ci sono solo le fontanelle: in tutta Italia sta crescendo il numero delle casette dell’acqua (aumentate di 1.800 unità soltanto negli ultimi 7 anni), chioschi e punti di distribuzione gestiti di solito a livello comunale, che consentono di bere acqua fresca, anche frizzante, gratuitamente o a pochi centesimi. Queste casette forniscono in media 2500 litri giornalieri d’acqua, sottoposta a blandi trattamenti di affinamento (leggero addolcimento o riduzione del cloro residuo) e disponibile nelle versioni refrigerata e frizzante. Per ora la presenza delle casette dell’acqua è maggiore nei piccoli centri rispetto alle grandi città, ma è senz’altro destinata a crescere così come la fiducia degli italiani nell’acqua “alla spina”, la migliore alternativa al consumo di acqua nelle bottiglie di plastica.
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