Pannolini lavabili: in Friuli la spesa per acquistarli è rimborsata del cinquanta per cento

I pannolini usa e getta valgono il 4 per cento del totale dei rifiuti, per questo la regione del Nord-Est rimborsa fino al 50 per cento della spesa sostenuta per quelli lavabili. Il risparmio? Mille euro a famiglia.

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PANNOLINI LAVABILI FRIULI VENEZIA GIULIA

Finalmente qualcosa di concreto si muove, da parte delle amministrazioni locali e delle famiglie, contro lo spreco dei pannolini. Uno spreco che costa soldi, tanti soldi, rifiuti e inquinamento. In Friuli Venezia Giulia è attiva una campagna regionale intitolata Nati per non inquinare che, da un lato agevola l’uso dei pannolini lavabili, a scapito di quelli usa e getta, e dall’altro spiega come va gestito questo insidioso rifiuto.

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QUANTITÀ DI RIFIUTI CAUSATA DAI PANNOLINI USA E GETTA

Partiamo dai numeri. Dalla nascita, un neonato consuma circa 4.000 pannolini usa e getta, circa 150 kg circa di rifiuti non riciclabili. Nei primi tre anni di vita un bambino  getta, mediamente, 1 tonnellata e 600 chili di rifiuti formati da pannolini usa e getta: l’equivalente di 42 bidoni di immondizia., il 15% del rifiuto indifferenziato non riciclabili. Dove finisce la valanga di spazzatura? Nel 77 per cento dei casi, dunque per una larghissima maggioranza, nelle discariche, dove rischia di restare anche per un centinaio di anni. E soltanto nel 23 per cento casi, invece, i pannolini vengono lavorati negli inceneritori. Tutto ciò significa un enorme costo per la collettività sia in termini di smaltimento sia per quanto riguarda i rischi di inquinamento ambientale: il 4 per cento dell’intero ammontare dei rifiuti è formato proprio da pannolini, assorbenti e prodotti per l’incontinenza. Ognuno di loro impiega 500 anni per decomporsi.

Quanto invece alle spese delle famiglie, il costo dei pannolini usa e getta nei primi tre anni di vita di un bambino oscilla tra i 1.600 e i 2.000 euro.

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OBIETTIVI DELLA CAMPAGNA “NATI PER NON INQUINARE”

Il Friuli-Venezia Giulia ha deciso di correre ai ripari, allegerendo le tasche delle famiglie e limitando i rifiuti non riciclabili con la campagna Nati per non inquinare, che vuole incentivare le famiglie a utilizzare i pannolini lavabili attraverso sostegni economici che le amministrazioni locali mettono sul tavolo: rimborsi fino al 50 per cento della spesa sostenuta. Con i pannolini lavabili, calcolatrice alla mano, i costi per le famiglie crollano, e passano dai 1.600-2.000 euro dell’usa e getta a 400-600 euro. In alcune province del Friuli, come quella di Gorizia, è stata aperta una “pannolinoteca” che mette a disposizione delle famiglie un servizio di prestiti gratuiti, per almeno due settimane, di un set di dieci pannolini lavabili. Altre attività simili sono a Monfalcone e a Trieste.

Quanto al riciclo, i pannolini, se passano attraverso il filtro di una buona raccolta differenziata, possono diventare plastica e cellulosa, come avviene nel Centro di riciclaggio di Vedelago, in provincia di Treviso. Infine, l’azione della politica, in sostegno alle famiglie, può spingere, come sta avvenendo, a cambiamenti dei prodotti da parte delle aziende, e non a caso sta aumentando l’offerta proprio di pannolini lavabili. Mentre la ricerca esplora nuove frontiere. In Israele, la società Cine’al ha brevettato dei pannolini realizzati attraverso l’uso di resti essiccati della cerne di meduse. Praticamente sono fatti per il 98 per cento di acqua, e dunque perfettamente biodegradabili.  

Qui un video prodotto a supporto della campagna Nati per non inquinareattraverso il quale è possibile conoscere tutti i vantaggi ambientali, economici e per la salute dei bambini, dei pannolini lavabili:

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