Da Leonardo da Vinci a Paul McCartney. Da Plutarco a Lev Tolstoj. L’elenco, nella storia, di vegetariani famosi è molto lungo e affonda in tempi antichissimi, quando uno scienziato come Pitagora considerava il cibo degli animali, procacciato attraverso la caccia, alla stregua di un crimine. E lo diceva pubblicamente.
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VEGETARIANI FAMOSI
Le origini della cultura vegetariana affondano nell’epoca greca. Chi fu il primo vegetariano? Il primo del quale abbiamo notizie, attraverso il suo testo “Del mangiare carne”, è il filosofo Plutarco che rimproverava gli uomini di uccidere creature buone e mansuete per imbandire la propria tavola. Più si torna indietro nel tempo e più ci si accorge che, nell’ambito delle religioni, il rispetto e la compassione per ogni essere vivente è di grande rilevanza. Basti pensare a Maometto, compassionevole nei confronti degli animali; o al Buddismo, che ritiene che per raggiungere la saggezza e la compassione sulle quali si basa sia indispensabile essere vegetariani.
Si tratta di sentimenti che, purtroppo, sono andati sempre più affievolendosi con l’affermarsi della filosofia aristotelica, agostiniana, cartesiana. Filosofie che hanno posto l’uomo in una posizione di centralità allontanandolo dalla natura. Ciononostante, nei secoli, i vegetariani non sono mancati. Anzi, tra i più famosi possiamo citare:
- Leonardo da Vinci
- Margherita Hack
- Pitagora
- Voltaire
- Plutarco
- Einstein
- Mary Shelley
- Gandhi
- Paul McCartney
- Lev Tolstoj
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LEONARDO DA VINCI
Perché Leonardo da Vinci era vegetariano? La scelta di esserlo non era legata né ad aspetti economici (proveniva da una famiglia agiata che poteva permettersi il lusso dell’acquisto di carne), né da una volontà salutista (non era ancora il tempo nel quale il vegetarismo era considerato uno stile alimentare green). Leonardo ne faceva una questione tra il religioso e il filosofico. La sua scelta vegetariana nasceva dalla presa di distanza, chiara e netta, nei confronti della caccia agli animali e ai pesci per procurarsi il cibo. Diceva Leonardo, scolpendo così la sua presa di posizione: “Verrà il tempo in cui anche l’uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto”. Per lui quel tempo era già arrivato. E sebbene non siano stati ritrovati, nella sterminata produzione di Leonardi, testi e opere sul vegetarianismo, esiste un manuale di ricette preferite da Leonardo. Sono tutte a base di frutta e verdura, con frequenti accenni ai prodotti dell’orto.
MARGHERITA HACK
Tra i vegetariani famosi italiani, non ha mai fatto mistero della sua scelta Margherita Hack, tanto da scrivere persino un libro a riguardo. Nel testo di “Perché sono vegetariana” l’astrofisica, studiosa, divulgatrice scientifica, autrice di pubblicazioni e saggi tratta qui il tema del vegetarianesimo accompagnandolo con esperienze personali e citazioni di vegetariani illustri. La Hack è vegetariana dalla nascita. E’ cresciuta infatti in una famiglia che aveva aderito alla teosofia, filosofia indiana che predica il rispetto di tutti gli esseri viventi.
PITAGORA
Pitagora era un grande vegetariano, al punto che vietava ai suoi discepoli di mangiare carne e fino al XIX secolo le persone che non si cibavano con le carni erano chiamate appunto «pitagorici». Ahinoi, il filosofo non ha lasciato scritti a riprova di tale sua pratica, nonostante numerose fonti attestino che lo stesso ed i suoi seguaci seguirono una dieta restrittiva che non includeva carne animale. Perché i pitagorici erano vegetariani? Tra le motivazioni che li spinsero ad eliminarla dalla propria alimentazione il fatto che non mangiare la carne, e di conseguenza il sangue dell’animale, potesse purificare. Inoltre, credendo nella reincarnazione, non poteva escludere che si potesse rinascere animale. Infine, ma non per ordine di importanza, era convinto che vi fosse un legame profondo tra l’uomo e gli animali.
VOLTAIRE
“Si può dedurre ciò che si è sempre pensato dall’antichità fino ai giorni nostri, e che tutti gli uomini di buon senso pensano, ossia che gli animali sono dotati di una certa intelligenza”. Ed ancora “Bisogna riconoscere che è barbaro farli soffrire; è certamente solo l’abitudine che può diminuire in noi l’orrore naturale che nasce dallo sgozzare un animale che abbiamo nutrito con le nostre mani.” Questo è quanto Voltaire ha riportato nei suoi scritti, in particolare nel “Trattato sulla tolleranza”, 1763. Sempre dal padre dell’illuminismo europeo viene una domanda mai come oggi attuale, e che ci chiarisce in modo inequivocabile la sua posizione a riguardo: “Cosa c’è di più abominevole che nutrirsi continuamente di cadaveri?”
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PLUTARCO
Come abbiamo visto in apertura, Plutarco – seguace di Platone – si occupò probabilmente prima di chiunque altro del tema dell’alimentazione a base vegetale. Scrisse infatti i Moralia, opera di grandissima rilevanza nell’ambito della quale, in particolare negli scritti “Sul mangiar carne“, “Gli animali usano la ragione” e “L’intelligenza degli animali di terra e di mare” si evince il pensiero dello studioso e filosofo a riguardo. Giusto per capirne la portata basti leggere questo stralcio: “Che l’uomo non sia carnivoro di natura è provato, in primo luogo dalla sua struttura fisica. Il corpo umano non ha nessuna affinità con alcuna creatura formata per mangiar carne.”
EINSTEIN
Albert Einstein è diventato vegetariano negli ultimi anni della sua vita per affrontare un disturbo digestivo cronico. Il più famoso fisico dei nostri tempi, autore della formula (E = mc2) e scopritore dell’esistenza degli atomi, scrisse un anno prima della sua morte: «Vivo senza grassi, senza carne, senza pesce, ma così mi sento abbastanza bene». Oltre che per questioni di salute, si ritiene che lo scienziato sposasse i principi etici del vegetarianismo. A tal proposito avrebbe anche detto: “Nulla andrà a beneficio della salute umana e aumenterà le possibilità di sopravvivenza della vita sulla Terra tanto quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana“.
MARY SHELLEY
Mary Shelley, rientra tra i vegetariani famosi nella storia. In piena era romantica, seguiva una dieta senza carne. Probabilmente per via del profondo apprezzamento per la bellezza della natura da parte del movimento romantico. Molti intellettuali dell’epoca, infatti, ritenevano che questo sentimento fosse incompatibile con l’uccisione degli animali a scopo alimentare. L’autrice di Frankenstein, a proposito di quest’ultimo afferma infatti che nonostante le circostanze terrificanti e innaturali della sua creazione, il mostro stesso è vegetariano e vive in comunione con la natura nel modo in cui aspiravano tanti intellettuali romantici. Non sono da ritenersi casuali le parole pronunciate dallo stesso Frankenstein nel libro: “Non distruggo l’agnello e il capretto per saziare il mio appetito; ghiande e bacche mi danno nutrimento sufficiente”.
GANDHI
Il famoso attivista indiano è stato vegetariano fin dall’infanzia. E’ infatti cresciuto presso una famiglia indù che praticava il vegetarianismo. Tuttavia, durante gli anni della sua adolescenza, si è allontanato di tanto in tanto da tale pratica, per poi tornare ad essere definitivamente vegetariano durante il soggiorno per i suoi studi in Inghilterra. La sua motivazione era talmente grande da spingerlo a camminare parecchi chilometri al giorno solo per mangiare presso gli allora rari ristoranti vegetariani. Gandhi considerava la vita di un agnello non meno preziosa di quella di un essere umano. Oltre che mettendo in pratica la sua scelta, dedicò al vegetarianesimo anche scritti e libri a sostegno.
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Photo Credit | profilo Facebook Paul McCartney
PAUL MCCARTNEY
Si dice che l’ex Beatles sia diventato vegetariano dagli anni ’70. Non solo: risale al 2009 la campagna Meat Free Mondays avviata dallo stesso insieme alle figlie per incoraggiare le persone a mangiare cibi a base vegetale almeno un giorno alla settimana. “Se chiedi alle persone di diventare completamente vegetariane, potrebbe essere troppo impegnativo”. Rinunciare una volta a settimana è sicuramente più sostenibile per chi non è abituato, aggiungiamo noi. Originariamente onnivoro, il musicista ha scelto di passare ad uno stile di vita vegetariano dopo essere venuto a conoscenza dei devastanti effetti sul nostro pianeta dell’allevamento del bestiame, dell’agricoltura animale e della pesca.
LEV TOLSTOJ
L’autore russo Lev Tolstoj si dedicò negli ultimi trent’anni della sua vita alla sua versione mistica del cristianesimo, incentrata sul pacifismo (rifiutava la violenza non solo se indirizzata agli uomini, ma anche agli animali) e sull’anarchismo. Significativa è la sua testimonianza, che apprendiamo nell’introduzione alla traduzione russa di The Ethics of Diet dallo stesso curata, nel quale racconta di una visita a un mattatoio, nell’ambito della quale assistette all’atroce sofferenza degli animali nell’indifferenza più totale dei macellai.
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