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MODA VEGANA
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COME RICONOSCERE ABITI E ACCESSORI VEGANI
La Lav, Lega italiana antivivisezione, promuove da anni la moda cruelty free e la premia, anche, tramite un progetto chiamato “Animal free fashion”, accompagnando le aziende in un percorso di eliminazione graduale dei materiali animali. Inoltre sul proprio sito mette a disposizione una lista delle aziende di moda vegane, che può essere consultata liberamente, visualizzando le “rinunce” dell’azienda e il suo livello di rating. D’altra parte, per riconoscere gli abiti e accessori vegani è utile sapere quali sono i materiali di origine animale più diffusi, così da escluderli dai propri acquisti. Ecco un elenco.
PELLICCE
Secondo quanto riporta Animalfree per produrre 1 Kg di pelliccia di visone vengono uccisi ben 12 animali. E molti altri vengono impiegati per questo tipo di capo d’abbigliamento, dai procioni ai cincillà, dalle volpi ai conigli.
IMBOTTITURE IN PIUMA
In questo caso le vittime sono anatre e oche. Le alternative sintetiche, fra l’altro, esistono e non sono qualitativamente inferiori. Per ottenere questo tipo di imbottiture, le piume vengono strappate dagli animali vivi, procurando loro indicibili sofferenze. E sebbene esistano aziende che evitano questa dolorosa pratica, gli allevamenti di questi animali spesso non rispettano le loro esigenze.
PELLE
Milioni di animali, dai bovini alle pecore, dai cavalli ai maiali, ma anche numerosi animali esotici, vengono uccisi per produrre pelli. Eppure le alternative esistono, per esempio il Pinatex prodotto dall’ananas, o l’Apple Skin prodotta a partire dagli scarti della mela, un progetto italiano. Meglio riscaldarsi senza vittime!
LANA
La lana viene ricavata tramite la tosatura delle pecore che è in realtà una pratica violenta. Come spiega Leal, la tosatura delle pecore da lana spesso avviene “a macchina” e gli ovini vengono spinti rapidamente nelle macchine, uscendone feriti e con lembi di pelle tagliati. Senza contare che frequentemente viene effettuata quando ancora fa freddo.
FILATI VARI
Lana mohair, cashmere, lana di angora, sono tanti i filati ricavati da animali, solitamente privati del pelo in modo cruento. Da vivi. La lana mohair arriva principalmente da capre allevate in Sud Africa, mentre il cashmere da capre allevate in Asia e Medio Oriente. La lana di angora arriva dai conigli, il cui pelo viene strappato con violenza. In questi allevamenti spesso il benessere animale non è minimamente considerato.
SETA
La seta si ottiene dai bachi e per ottenere circa 25 kg ne vengono sacrificati 50mila, immersi in acqua bollenti e uccisi prima della fuoriuscita dal bozzolo. Si tratta di una modalità estremamente cruenta, assolutamente ingiustificabile.
AZIENDE ITALIANE DI MODA VEGANA
Diverse aziende del sistema made in Italy nel settore dell’abbigliamento hanno scelto di cavalcare l’onda della moda vegana. Tra queste ci sono:
- ID.EIGHT, un marchio di moda nato nel 2020, specializzato nella produzione di scarpe ecologiche e vegan, all’insegna della sostenibilità ambientale e del rispetto dei diritti degli animali.
- Becotton, un marchio di moda specializzato nella produzione di abbigliamento e intimo a base di cotone biologico.
- CasaGIN, un brand di moda sostenibile e vegan nato nel 2017 a Padova improntato genuino, innovativo e naturale.
- Ecodream, brand ecosostenibile specializzato nella produzione di borse, zaini e portafogli realizzati con materiali di riciclo.
- Arturo Stories, un marchio sostenibile italiano specializzato nella produzione di calzini.
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