Coronavirus, la ventilazione abbassa i rischi. Contagi molto più forti in ambienti chiusi

I risultati di importanti ricerche scientifiche: l‘aerazione è fondamentale per fermare il Covid 19. Vale come lavarsi le mani. Utilizzare al meglio tutti gli spazi esterni

ventilazione contro il coronavirus
Aria fresca, ventate d’aria contro il Covid-19. Più passa il tempo e più gli esperti si convincono che la ventilazione sia un’arma decisiva per fermare il coronavirus. anche quando le temperature sono basse. Anche perché stando insieme, in ambienti chiusi, il rischio tende a raddoppiare ogni ora, mentre crolla se ogni due-tre ore facciamo cambiare l’aria. A casa, come in ufficio.

VENTILAZIONE CONTRO IL CORONAVIRUS

L’areazione degli ambienti dove viviamo più spesso, dalla casa al luogo di lavoro, è sempre stata importante per la nostra salute. Ma dall’inizio del contagio del Covid-19 sta assumendo un ruolo decisivo come strumento di prevenzione contro il virus. Alla pari del distanziamento,  del lavaggio frequente e scrupoloso delle mani, dell’uso delle mascherine.

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AERAZIONE CONTRO IL CORONAVIRUS

Le ultime ricerche scientifiche mettono a fuoco i benefici della frequente ventilazione, fino a dimostrare, come nel caso di uno studio dell’università del New Mexico, che riesce a ridurre del 70 per cento la presenza di minuscole particelle di virus sospese nell’aria. Parliamo di elementi che hanno una dimensione pari a 5 millesimi di millimetro, e  resistono, o possono emergere, durante la respirazione o mentre si parla.

Lo studio degli scienziati messicani, pubblicato sulla rivista Physics of Fluids dimostra in modo inequivocabile che nelle stanze chiuse, dove non c’è ricambio d’aria, i rischi di contagio sono molto più alti. Anche quando la distanza tra le persone supera i 2 metri.

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FINESTRE APERTE CONTRO IL CORONAVIRUS

Ad analoghe conclusioni arrivano un gruppo di ricercatori dell’università dell’Estonia, con uno studio pubblicato rulla rivista Environment  International.  In questo caso la raccomandazione, sulla base dei dati raccolti, è molto esplicita: la ventilazione può avere maggiore valore anche rispetto ai gesti di lavarsi le mani e di tenere le distanze di sicurezza (almeno un metro) con le altre persone.

Ma cosa cambia, nei nostri comportamenti, sulla base di questi approfondimenti? In primo luogo cambia il modo con il quale dobbiamo arieggiare casa e ambiente di lavoro. Se prima lo facevamo in modo saltuario, e magari saltando in alcuni giorni, adesso dobbiamo avere un metodo. Almeno un paio di volte al giorno, e in particolare è opportuno sfruttare le ore del giorno, della luce, e delle temperature più miti.

FOCOLAI IN CRESCITA NELLE STANZE CHIUSE: LO STUDIO CINESE

In Cina, il paese da dove è partita la pandemia, sono state studiate le dinamiche di 318 piccoli focolai. Partendo da un dato: il coronavirus è devastante per la sua potenza di contagio che si concentra anche attraverso piccoli focolai. Le conclusioni di queste ricerche dicono che tutti i 318 focolai, tranne uno, si sono sviluppati in ambienti al chiuso. Dove l’aerazione era poco sufficiente.

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AERAZIONE FERMA IL COVID-19

Ovviamente la ventilazione cambia anche sulla base delle persone che frequentano gli spazi comuni. Se sono diverse e arrivano anche con una certa frequenza, arieggiare le stanze può essere una necessità ricorrente. Non dobbiamo preoccuparci se poi magari la temperatura interna dovesse abbassarsi. Abbiamo tutti gli strumenti per farla risalire.

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CONDIZIONATORI ADATTI AL CORONAVIRUS

L’altro cambiamento, una volta chiarita l’importanza della ventilazione, riguarda l’uso dell’aria condizionata (calda e fredda) nei vari ambienti. In questo caso, è bene utilizzare sistemi che non siano  basati esclusivamente  sul ricircolo dell’aria interna, ma che sfruttino anche l’aria proveniente dall’esterno.  La Germania, per esempio, sta investendo molti soldi per installare purificatori dell’aria mobili, con queste caratteristiche, sia nelle scuole sia negli edifici pubblici.

STARE ALL’ARIA APERTA AIUTA CONTRO IL COVID-19

Ma tenere aperte le finestre,  ventilare gli ambienti, apre le porte anche un cambiamento radicale di alcuni riti collettivi, che possiamo ancora continuare a svolgere, insieme, magari sfruttando meglio la possibilità, quando è possibile, dello stare all’aria aperta. Pensiamo alle scuole che hanno scelto di mettere alunni e banchi in spazi esterni, quando la temperatura lo consente. Alla Messa recitata con le porte della chiesa spalancate. Agli esercizi fisici, fatti all’aperto, in giardino oppure in un parco.  E anche quando a casa riceviamo un amico, non convivente, e abbiamo la possibilità  di aprire la porta di un balcone o una finestra: facciamolo. Solo per aumentare una sana circolazione dell’aria.

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