Vermi intestinali: come si eliminano

I farmaci utilizzati vanno assunti in due dosi: una per eliminare i parassiti, l’altra per le uova. Una femmina può deporre fino a 10 mila uova

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I vermi intestinali, molto comuni nell’età pediatrica, possono produrre un dolore molto forte nella zona anale. La patologia è chiamata anche ossiuriasi dal nome dell’agente infettivo, l’Enterobius vermicularis, comunemente denominato ossiuro. Si tratta di parassiti che possono essere osservati nelle feci.

Cosa sono

Gli ossiuri raggiungono la loro maturità in un arco di tempo che va dalle due alle sei settimane: la femmina migra nella regione perianale, dove depone le uova tra le pliche muco-cutanee. In questa stessa area, poi, la femmina morde la mucosa per avanzare, dando vita al prurito e al conseguente grattamento (che spesso porta alla reinfestazione per trasporto delle uova con le mani alla bocca).

Deposizione delle uova

La femmina può deporre fino a 10 mila uova nella zona perianale, intorno all’ano, per poi morire. Le larve possono risalire verso il colon, oppure, acausa dello sfregamento legato al prurito, possono essere ingerite e schiudersi nell’intestino. Nelle donne, le larve di ossiuri possono raggiungere la vagina e annidarsi tra le piccole e le grandi labbra, provocando un forte prurito e una secrezione biancastra, la leucorrea.

Cause

L’ossiuriasi è causata dall’ingestione accidentale delle uova del parassita Enterobius vermicularis. I vermi intestinali, quindi, come si prendono?

In genere, le uova possono essere presenti su superfici contaminate, come:

  • Biancheria
  • Giocattoli
  • Sedili del water

E vengono trasferite alla bocca attraverso mani non adeguatamente lavate. Dopo essere state ingerite, le uova si schiudono nell’intestino tenue, dove le larve maturano e migrano verso l’intestino crasso. Le femmine adulte si spostano quindi nella regione perianale per deporre le uova, completando il ciclo vitale del parassita.

Come avviene il contagio

Il contagio degli ossiuri avviene principalmente per via oro-fecale. Le uova deposte nella zona perianale possono contaminare le mani durante il grattamento dovuto al prurito.

In seguito, le uova possono essere trasferite a oggetti, superfici o direttamente alla bocca, causando auto-infestazione o trasmissione ad altri individui. Le uova sono particolarmente resistenti e possono sopravvivere su superfici ambientali per diverse settimane, facilitando la diffusione dell’infezione.

È molto più comune nei bambini in tenera età perché meno attenti e attirati da qualsiasi oggetto che finiscono per toccare o per mettere in bocca.

Sintomi

I vermi intestinali possono anche essere asintomatici, ma più frequentemente presentano questi sintomi:

  • Un forte prurito, che aumenta nelle ore notturne, nella zona preanale
  • Produzione eccessiva di gas
  • Dolori addominali ricorrenti
  • Agitazione
  • Irritabilità
  • Feci poco formate o diarrea
  • Rilascio involontario di urina (enuresi)

Diagnosi

La diagnosi più sicura avviene con lo scotch-test che si effettua posizionando un nastro adesivo trasparente, la mattina appena svegli, sull’ano. Non appena staccato, l’adesivo va applicato a un vetrino e sottoposto a un’analisi di laboratorio per verificare la presenza di ossiuri o anche soltanto delle loro uova. Questo test va ripetuto per tre volte, in tre giorni diversi.

Oltre allo scotch-test, la diagnosi di ossiuriasi può essere effettuata mediante l’osservazione diretta dei vermi adulti nella zona perianale, soprattutto durante le ore notturne, momento in cui le femmine depongono le uova. In alcuni casi, le uova possono essere rilevate anche nelle feci, sebbene questo metodo sia meno comune.

Malattie associate

I vermi intestinali possono essere associati a:

  • Vaginite (soprattutto nelle ragazze giovani)
  • Appendicite (ma la correlazione è ancora da dimostrare)

Ad ogni modo, la presenza di questi parassiti non deve essere intesa come una correlazione diretta. Inoltre, se la condizione viene trattata in maniera adeguata, in genere, non è riconducibile a nessuna di queste malattie. Si tratta, infatti, di casi isolati e non della norma.

Cure e trattamenti

I farmaci utilizzati contro i vermi intestinali vanno presi in due fasi. Con la prima dose, subito dopo la diagnosi, si eliminano i parassiti; con la seconda dose, a distanza di due settimane dalla prima, si eliminano i vermi nati dalle uova rimaste nella zona anale. Il suggerimento è di estendere il trattamento a tutta la famiglia e alla  comunità frequentata dalla persona colpita dai vermi intestinali.

Tra i principali farmaci contro i vermi intestinali ci sono:

  •  L’albendazolo
  • Il mebendazolo
  •  Il pirantel pamoato
  • La niclosamide
  • Il praziquantel

Oltre alla somministrazione di farmaci, è essenziale adottare misure igieniche per prevenire la reinfestazione e la diffusione dell’infezione. Queste misure includono:

  • Lavare accuratamente le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo l’uso del bagno e prima dei pasti.
  • Mantenere le unghie corte e pulite per ridurre l’accumulo di uova.
  • Evitare di toccare la zona perianale.
  • Pulire e disinfettare regolarmente superfici domestiche come pavimenti e mobili.

Prevenzione

Per prevenire la diffusione dei vermi intestinali, dopo che in famiglia sia emerso un caso, è indispensabile seguire alcune precauzioni:

  • Lavare ad alte temperature, almeno 60 gradi, la biancheria intima, le lenzuola, i pigiami, i copridivani.
  • Lavare in modo accurato piatti, stoviglie, giocattoli, banchi e tavoli da cucina.
  • Usare mutandine e pigiami attillati per provare a evitare di grattarsi
  • Fare una doccia giornaliera, anziché il bagno nella vasca, per rimuovere anche le uova.
  • Assicurarsi che tutti i membri della famiglia seguano le stesse pratiche igieniche per ridurre il rischio di trasmissione.
  • Evitare la condivisione di asciugamani, biancheria o indumenti con persone infette.

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