Vigili urbani a Napoli: tutti malati e sindacalisti

Vigili urbani a Napoli: dovrebbero essere 2000, ma in strada se ne vedono al massimo 700. Alcuni sono «inidonei», altri dislocati, uno su 4 è sindacalista.

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Non vorrei essere nei panni del comandante Attilio Auricchio, capo dei vigili urbani a Napoli, che ogni mattina chiama all’appello i suoi uomini con un colpo di fischietto e non sa mai chi risponde. Sulla carta, infatti, i vigili urbani napoletani sono quasi duemila, 1.970 per la precisione, ma di questi appena 600-700 lavorano in strada. Meno di un terzo. Tutti gli altri godono di particolari protezioni o privilegi in base ai quali non hanno l’obbligo di fare servizio esterno, sicuramente il più faticoso.

Sono distaccati presso gli uffici amministrativi, sono «inidonei» (590), hanno fatto ricorso a una legge, la numero 104, per curarsi o per assistere un familiare inabile (224), beneficiano di un «permesso per studi» (136). Un’ultima categoria, all’interno del corpo dei vigili, è esonerata dal lavoro in strada: il piccolo esercito dei rappresentanti sindacali. A Napoli sono 477, uno su quattro dipendenti. Tutto regolare, almeno sulla carta, salvo qualche domanda, dettata dalla logica e dall’analisi di queste statistiche.

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VIGILI URBANI A NAPOLI: TUTTI VITTIME DI UNO STRANO VIRUS. Stando ai numeri, sembrerebbe di capire che uno strano virus ha colpito il corpo dei vigili urbani a Napoli. L’amministrazione comunale, con un record nazionale di inefficienza, ne paga tre in pianta organica per averne uno in servizio. C’è una malattia misteriosa che non conosciamo? Certo: non stiamo parlando di un gruppo di giovani lavoratori: sono appena trecento i vigili urbani nella fascia di età tra i 35 e i 45 anni, mentre gli altri hanno tra i 55 e i 65 anni e si avviano sulla strada della pensione. Ma l’anagrafe non può giustificare un numero così alto di dipendenti che non sono in grado di svolgere il servizio in strada. E allora: qualcuno ha fatto delle verifiche sulle reali condizioni degli «inidonei»? Si è mai pensato almeno a un’indagine interna per capire le cause di un fenomeno così dilagante? Tra l’altro le assenze maggiori si verificano nel fine settimana, nei giorni festivi e durante gli orari notturni. Sono proprio i momenti di maggiore caos nella città, sia per quanto riguarda il traffico sia per il dilagare del piccolo commercio abusivo e della microcriminalità.

PIU’ FESTIVI E PIU’ STRAORDINARI. La scorsa notte gli amministratori comunali e i rappresentanti dei vigili hanno sottoscritto un accordo per aumentare le presenze durante i giorni festivi, nel periodo estivo e nei fine settimana. Ci saranno così più vigili urbani, ma con il pagamento di generosi straordinari. E’ chiaro che rompere il circolo vizioso dei diritti acquisiti e delle cattive abitudini non sarà facile, ma l’organizzazione dei vigili urbani a Napoli non può essere ridotta a un problema di soldi, di risorse che mancano per il buon funzionamento del servizio. Servirebbe una coraggiosa revisione dell’intera pianta organica che, alla luce dei numeri che abbiamo citato, in queste condizioni non può funzionare.

Servirebbe distinguere un diritto lecito da un privilegio ottenuto forzando la legge. Anche perché senza un intervento radicale di risanamento dell’intero ciclo di lavoro dei “caschi bianchi” resterebbe senza risposta un’ultima domanda: in presenza di tante anomalie, con quale credibilità i vigili urbani possono multare gli abusi dei napoletani e controllare la legalità sul territorio? Per chiedere il rispetto della legge bisogna applicarla innanzitutto in casa propria.

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