VILLE DEI CASAMONICA
Estorsione, usura, ricettazione, traffico di droga, truffe sull’Iva. Non manca proprio nulla nel repertorio dei reati del clan della famiglia Casamonica, che da anni spadroneggia in alcuni quartieri di Roma, a partire dalla Romanina, molto più di quello che vediamo in qualche fiction televisiva sulla vita e il potere della malavita organizzata.
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VILLE CONFISCATE AI CASAMONICA
I Casamonica a Roma hanno sempre dimostrato, almeno finora, di essere più forti dello Stato. Lo ignorano, quando si tratta di dettare legge all’interno del territorio di loro pertinenza, dove non hanno né freni né concorrenza. Lo sbeffeggiano quando riescono a piazzarsi nelle case popolari, loro direttamente o attraverso qualche parente, a 7,75 euro al mese. E, cosa ancora più grave, riescono a ingannarlo perfino nel momento in cui si arriva, dopo molti anni di indagini e diverse sentenze, alla confisca di qualche bene, come alcune ville di lusso.
È quanto accade alla Romanina dove le ville stile Gomorra, con pomposi arredi barocchi e videocamere ovunque, sono state da tempo confiscate a Vittorio e Antonio (padre e figlio) Casamonica e ad altri membri dellla famiglia-clan. Ma chi vive attualmente in queste ville? Sempre loro, sempre i Casamonica.
L’alibi di questo assurdo spreco è che gli sgombri delle ville non sono facili, visto che appena Polizia e Carabinieri ci provano arrivano 200-300 affiliati al clan e minacciano le forze dell’ordine. Ma è un alibi che non regge e non può reggere. Che significa? Con questo principio nessuno potrebbe neanche arrestare un boss della malavita se costui si facesse proteggere dai suoi affiliati, nel suo quartiere di residenza.
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GIRO DI AFFARI BENI CONFISCATI
In realtà, attorno alle confische dei beni della malavita c’è un grande giro di affari, di sprechi e di operazioni opache. Dove le complicità sono molto in alto, come abbiamo raccontato più volte, arrivano perfino ai presidenti dei Tribunali che si occupano di queste procedure.
I beni confiscati dallo Stato sono sprecati due volte. La prima in quanto non vengono assegnati, con rapidità e con trasparenza, a persone che ne avrebbero bisogno: per esempio alle famiglie povere iscritte alle liste per le case popolari. La seconda per il fatto che poi, in un modo o nell’altro questi beni, ville comprese come nel caso dei Casamonica, dopo un periodo di parcheggio nelle mani bucate dello Stato, tornano nella piena disponibilità dei clan. Con un ultimo dettaglio che completa la beffa: mentre loro, i malavitosi vivono illegalmente nelle case e nelle ville confiscate, lo Stato paga di tasca sua anche le spese condominiali e la manutenzione ordinaria e straordinaria.
(Fonte video e immagine di copertina: La Repubblica)
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