VINCENZO CLEMENTE –
Una bella storia di ritorno nel Bel Paese. Vogliamo raccontarvi oggi di Vincenzo Clemente, lo chef nato a Palermo che dopo una vita vissuta negli States, torna in Italia per continuare a fare il cuoco, e non solo. La sua attività è anche quella di accompagnare i turisti a fare la spesa al mercato, lo stesso nel quale sceglie i prodotti per il suo ristorante “Cin cin”.
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PALERMO MERCATO DEL CAPO –
«L’idea è nata 12 anni fa: una mia amica statunitense che fa la food writer mi ha dato questo suggerimento, e io sono stato ben felice di accoglierlo», dice Clemente, intervistato da ilfattoquotidiano.it. Lui a Palermo ci è nato ma non ci ha vissuto. Aveva undici anni quando si è trasferito con la sua famiglia in Louisiana, negli Stati Uniti d’America, e 31 quando ha preso le sue cose ed è tornato in Sicilia. «Avevo voglia di dare una scossa alla mia vita e i miei parenti erano tutti in Italia», spiega. Era uno chef negli States e uno chef è rimasto nel Bel Paese. Aggiungendo una vocazione turistica alla sua attività. Il giro al mercato del Capo, che avviene su prenotazione, include degustazioni dello street food locale e il ritorno al ristorante Cin Cin, con un corso di cucina organizzato sulla base di quello che si è acquistato dai commercianti. «Cuciniamo piatti tipici siciliani e poi mangiamo tutti insieme, bevendo ottimo vino locale».
MERCATI POPOLARI DI PALERMO –
I prodotti del mercato non finiscono mai di stupire gli avventori stranieri. «Il cedro stimola grande curiosità – afferma Vincenzo Clemente – La maggior parte delle volte pensano che si tratti di un limone gigante. Ma anche la zucchina lunga è un prodotto che, per molti, è sorprendente. Ci scattano insieme un sacco di foto». «In ogni caso, quello che cerco di spiegare è che nella nostra cucina è la materia prima che viene glorificata, che i piatti più sono semplici più sono preziosi. Perché il pezzo forte è quello che viene da questa terra». La Sicilia, appunto, ricca di sorprese quanto difficile da vivere: «Sulla sua bellezza non c’è molto da discutere – conclude il cuoco – Ma le sue infinite qualità andrebbero sfruttate maggiormente».
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