Voragine a Firenze, la colpevole sciagura di un’Italia ormai senza manutenzione

Non è una fatalità, ma il risultato di anni dove nessuno ha mai pensato alla manutenzione. A Firenze il 36 per cento dell’acqua si perde, per una rete idrica che risale all’Ottocento. E dove un tubo può rompersi ogni secondo…

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VORAGINE LUNGARNO FIRENZE –

Una voragine di 200 metri in pieno centro, per la rottura di un tubo dell’acquedotto, con auto inghiottite e palazzi evacuati, e con i morti che non ci scappano solo per un miracolo, è una scena apocalittica che non si vede in nessuna città civile del mondo. E invece è quanto accade a Firenze, capitale di arte, cultura e turismo. Ma anche di un’Italia che spreca tutto ciò per incuria, indifferenza e incapacità della sua classe dirigente di amministratori e di politici.

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LE CAUSE DELLA VORAGINE CHE HA INGHIOTTITO LE AUTO A FIRENZE –

Il sindaco Dario Nardella riconosce «l’errore umano» e promette che qualcuno pagherà. Ma non basta. Anzi, il dirigente dell’acquedotto che sarà licenziato potrebbe essere il perfetto capro espiatorio per altre colpe, e ben altri responsabili. Questa vicenda ha un titolo in sottofondo che sul sito Non sprecare abbiamo scritto più volte: in Italia abbiamo cancellato la parola manutenzione. Ed i primi a farlo sono stati proprio i sindaci, in parte per il taglio dei fondi, ma anche perché buona parte di loro, specie nelle città medie e grandi, sono stati tutti presi dalle ambizioni di politica nazionale. Hanno così dimenticato e cancellato il dovere del buon governo locale (occuparsi di buche, strade, servizi come acqua e pulizia, etc..) per sostituirlo con un’ossessiva ricerca di azioni da scenario nazionale. E allora avanti con gli eventi, spesso inutili sprechi di denaro pubblico, oppure con interventi a gamba tesa su temi di politica nazionale. Manutenzione zero. A Firenze il tubo saltato appartiene a un impianto che risale all’Ottocento, quando la città era capitale d’Italia, mai messo in totale efficienza e sicurezza. Tanto che nella città toscana si spreca il 36 per cento dell’acqua pubblica che finisce dispersa proprio per effetto di una rete-colabrodo.

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TERRITORIO ITALIANO A RISCHIO IDROGEOLOGICO –

E dopo i sindaci, o anche prima se volete, ci sono i politici nazionali, che della manutenzione del Paese se ne fregano, perché secondo loro non porta né voti né popolarità, ma solo un faticoso e oscuro lavoro quotidiano. Una prova? Quando Matteo Renzi si è insediato a palazzo Chigi scoprì un tesoretto di 2 miliardi e 236 milioni di euro stanziati, e dunque disponibili, ma mai spesi. Dovevano servire per i lavori di manutenzione e prevenzione rispetto al rischio del dissesto idrogeologico, un rischio che riguarda l’81 per cento dei comuni italiani. Soldi preziosi, ma mai toccati, e quindi sprecati, appunto perché la manutenzione è stata cancellata, a Roma come nella città toscana. Sarebbe interessante sapere se, dopo più di due anni di governo Renzi, una parte di quel fiume di denaro sia stato davvero speso. E come e con quali risultati.

(Credits immagine di copertina: ANSA / MAURIZIO DEGL’INNOCENTI)

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