WWOOF: la rete delle fattorie che offrono anche in Italia ospitalità in cambio di lavoro

Sono circa ottocento, in tutte le regioni italiane. La maggioranza in Toscana. Un modo per divertirsi a contatto con la natura, a costo zero

COME FUNZIONA IL WWOOF

Girare il mondo, impegnarsi in qualcosa di utile e produttivo e spendere quasi niente: è possibile grazie al wwoofing. Si tratta di un modo per viaggiare low cost, inventato quasi quarant’anni fa, lavorando nei campi in cambio di vitto e alloggio. Di che cosa si tratta nello specifico? il WWOOF (World Wide Opportunities on Organic Farms) è un movimento mondiale che mette in relazione volontari e progetti rurali naturali promuovendo esperienze educative e culturali basate su uno scambio di fiducia senza scopo di lucro per contribuire a costruire una comunità globale sostenibile.

Il video è tratto dalla pagina YouTube di Wwoof Portugal

In Italia il wwoofing esiste ufficialmente da circa cinque anni, da quando cioè il suo statuto è stato registrato. Prima WWOOF Italia è stata un’organizzazione informale per circa 4 anni; con l’approvazione della legge sulle organizzazioni di volontariato è stato possibile dare inizio alla procedura di formalizzazione che l’ha vista diventare un’organizzazione riconosciuta legalmente. Oggi nel nostro Paese sono iscritti oltre 2.000 italiani e 3.200 stranieri, con 800 fattorie-host. L’iscrizione all’associazione costa 35 euro all’anno, e comprende anche una polizza assicurativa che protegge i soci durante i loro soggiorni nelle fattorie.

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L’organizzazione italiana di wwoofing fornisce a viaggiatori (WWOOFers) e aziende (Hosts) una tessera associativa in modo da rendere possibile la presenza di lavoro volontario nelle fattorie ed offre ai viaggiatori la copertura assicurativa per gli infortuni e la responsabilità civile. La lista italiana WWOOF include aziende agricole di piccole e medie dimensioni, biologiche e biodinamiche: alcuni soci vivono delle loro coltivazioni e vendono i loro prodotti, mentre altri vogliono solamente essere autosufficienti, o semplicemente coltivare i propri ortaggi biologici. I soci Host non si aspettano dal WWOOFers conoscenza dei lavori agricoli al momento dell’arrivo in azienda. Ciò che si aspettano è la voglia di imparare, di collaborare alle attività, la capacità e la curiosità di adattarsi al loro stile di vita. Un’idea originale, assolutamente green, divertente e innovativa. Perché non provare?

Il wwoofing, del resto, esiste da un po’. È nato nel 1971 da un’iniziativa di Sue Coppard, una segretaria londinese che decise di creare un’associazione per favorire il ritorno alla terra in versione hippy.Oggi è diventato un movimento globale che in cambio di almeno 4 ore di lavoro al giorno nei campi permette praticamente di poter visitare tutto il mondo. Dalla Scozia alla Nuova Zelanda, ci sono host in tutti i continenti dove poter approfittare di una vacanza, non proprio riposante ma pur sempre una vacanza, a costo quasi zero (un esempio? 150 euro per dieci giorni). Il tutto all’insegna della natura e mangiando i manicaretti preparati con quel che offre la terra.

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