Grazia porta lo yoga in carcere e fa ridere i detenuti

Tanti vantaggi: si abbassa l'aggressività, diminuiscono ansia e depressione. E fa persino calare il tasso di recidiva

INIZIATIVE IN CARCERE
Meno aggressività, ansia, depressione, solitudine. E più autostima, autodisciplina,  consapevolezza degli errori fatti, voglia di socializzare. Perfino meno rischi di ripetere il reato. Lo yoga in carcere ormai è considerato qualcosa in più di un semplice aiuto ai detenuti.

GRAZIA PORTA LO YOGA IN CARCERE

Se volete conoscere un uomo, non considerate il suo silenzio, il suo pianto, le sue idee, guardate come ride. Come il celebre scrittore russo Dostoevskij, anche Grazia Fortuzzi è convinta che sia questo l’elemento in grado di caratterizzare ognuno di noi che sia la manifestazione esteriore dell’anima. Per questa ragione nella vita ha deciso di portare il potere liberatorio e benefico della risata all’interno di un’ambiente dove troppo spesso viene represso e rinchiuso: il carcere. Grazia di lavoro fa la counselor, un’istruttrice e consulente psicologica, e ha deciso di portare a termine queste sua “missione” attraverso lo yoga.

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BENEFICI YOGA IN CARCERE

La sua “missione” dura un’ora e mezzo alla settimana e ha l’obbiettivo di alleviare il dolore, la noia, le frustrazioni, ma anche la rabbia legata alla reclusione. La sua “arma” è quello che viene definito lo yoga della risata che affianca alla classica disciplina indiana degli esercizi specifici che mirano ad esercitare il diaframma e ha stimolare l’allegria, che inizialmente viene indotta ma che poi esplode in tutta la sua genuinità. Perché, secondo Grazia, non c’è niente di meglio di ridere senza motivo. È un esercizio che combatte l’ansia, rende leggeri favorendo la comprensione reciproca.

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PERCHÈ LO YOGA PUÒ AIUTARE I DETENUTI

Durante questi esercizi avviane non solo un miracolo “intimo” in ognuno dei detenuti ma anche uno “sociale” che gli permette di entrare in contatto tra di loro, in un ambiente in cui la diffidenza regna sovrana. Così accade che dei condannati per reati sessuali ridano insieme, si abbraccino, si stringano le mani. Questi risultati sono in assoluto quelli che più la inorgogliscono perché, anche all’interno del carcere si è vivi e finché si è vivi si può cambiare. Magari con l’aiuto dello yoga, che i detenuti sono convinti rappresenti una porta ideale con il mondo esterno, dove tornare il prima possibile per ridere ancora di più di cuore.

INIZIATIVE CHE COINVOLGONO I DETENUTI:

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